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A tutto campo


Adelina e Chiara Luce

22 giugno 2017

Ci ha lasciati Adelina Zunino di Sassello: la storia ha voluto che proprio grazie a lei la famiglia Badano conoscesse il Movimento dei Focolari

 

Era seduta ad un tavolino nel dehor del bar Balilla. Con la sigaretta tra le dita della mano sinistra e con una biro nella mano destra Adelina Zunino stava compilando cedolini degli abbonamenti a Città Nuova. Era l’inizio di un autunno di una decina di anni fa. Forse. L’avevo notata subito, in fondo non era più troppo giovane, ma era elegante nel portamento, nello stile. E nei tratti. La salutai e subito smise di scrivere e mi domandò: e tu «chi sei»? Dopo la presentazione di rito ci tuffammo in un racconto reciproco. Ma mi interessava molto il suo e così la ascoltai. Ora era tutta per me, mi aveva ordinato un bitter come lei, erano le dieci del mattino, ma mi disse che il caffè va preso prima. E l’ascoltai.

 

«Era il 23 febbraio 1931. In una casa a Veirera, nel comune di Sassello a mille metri di altitudine, nascevo io, ultima di due sorelle ed un fratello. Finite le scuole medie, su consiglio dei miei professori, i miei genitori per farmi continuare gli studi, mi mandarono in un collegio a Savona. Frequentai l’Istituto magistrale e mi diplomai maestra. Poi venne il tempo dei concorsi, lo vinsi a Savona, mi trovai ad insegnare nelle scuole elementari di Sassello, dopo aver fatto la maestra in tanti paesini e frazioni vicini.

 

Un anno giunse come supplente Gianna, una maestra di Varazze molto gentile e comprensiva. Mi ascoltava sempre e raccoglieva i miei sfoghi, finché una sera, con molta delicatezza, mi porse un giornale dicendomi: «Prova a leggerlo, può darsi che ti aiuti a vivere!». Era un giornale di poche pagine intitolato “Città Nuova“. In una di esse trovai queste parole di Gesù: «Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e troverete ristoro all’anima vostra». Il commento a quelle parole era firmato Chiara Lubich. Non dormii quella notte. Quel commento sembrava scritto proprio per me e piansi a lungo. Era ormai parecchio tempo che non andavo in chiesa: avevo ventotto anni. Dopo qualche giorno andai a confessarmi. Quel giornale è stato ed è tuttora un compagno fedele della mia vita nonché un grande aiuto. Da allora non mi sono mai stancata di proporlo alle persone che incontro: altri, come me, hanno trovato la luce attraverso le sue pagine.

 

Adelina ZuninoDurante l’estate successiva, su invito della stessa collega, mi sono trovata a Fiera di Primiero, dove si svolgeva la Mariapoli. Parlavano giovani, ragazzi e ragazze. Ne ricordo in particolare uno che diceva: «Spesso le persone non vivono, perché vivono in due tempi che non esistono: il passato e il futuro. L’unico tempo reale da vivere è l’attimo presente». Fu per me come una liberazione, perché mi portavo dentro tante amarezze del passato e tante paure del futuro che mi rovi­navano la vita. Anche io cercai di vivere così.

 

Incominciai allora a frequentare il Movimento dei Focolari, che in Liguria non era ancora molto diffuso. Andavo agli incontri a Genova in casa di una famiglia. Lì conobbi una mia collega di Chiavari, Battistina, con lei ci siamo fatte compagnia per tanti anni, amicizia umana ma anche soprannaturale perché ci impegnavamo a vivere l’amore scambievole noi e con gli altri. Abbiamo partecipato a tanti incontri prima a Rocca di Papa poi a Castel Gandolfo. Nel 1981 ero ad un incontro per famiglie al Palaeur di Roma. Ho accompagnato tre famiglie di Sassello, tra cui la famiglia Badano con Chiara “Luce” che sarebbe poi stata beatificata. È lì che la famiglia Badano ha conosciuto il Movimento dei Focolari ed è da lì che inizia il loro cammino nell’Opera» di Maria fondata da Chiara Lubich. «In quell’incontro eravamo seduti sulle gradinate del Palaeur. Ad un certo punto Chiara disse: «Papà ho fame» e papà Ruggero rispose: «Non posso ora andarti a prendere il mangiare perché non so più dov’è il mio zaino». All’istante una persona sconosciuta, seduta dietro di noi offrì a Chiara un panino ed una bibita. Ruggero rimase molto impressionato da questo gesto e volle approfondire la spiritualità del Movimento. Da quell’evento ho continuato a frequentare quella famiglia. Come Chiara Luce è entrata nelle Gen, anche Ruggero e Maria Teresa entrarono a far parte del Movimento dei Focolari e per anni con Maria Teresa facemmo parte dello stesso gruppo».

 

Adelina, la maestra straordinaria di Sassello, innamorata dell’Ideale dell’unità, fedele alla “sua Città Nuova”, di abbonamenti ne faceva una cinquantina l’anno.  Delicata, minuta ha distribuito per decenni la Parola di Vita, ha raccontato  e soprattutto vissuto la vita straordinaria del Vangelo. Non si è risparmiata, ma a tutti sempre ha raccontato la sua straordinaria scoperta avvenuta lassù tra le Dolomiti di Primiero, e ha donato la sua esperienza, ricca di rapporti con Dio e con le persone. Rapporti che conquistavano sempre e non lasciavano mai indifferenti. Ognuno di noi può dire il proprio grazie ad Adelina, per la sua fedeltà al Vangelo, per la sua testimonianza, per il bene che ha voluto a quanti l’hanno incontrata.

 

 

Il 29 ottobre ricorre la memoria liturgica della giovane Beata. Ma il suo ricordo è vivo in varie parti del mondo e in qualsiasi periodo dell’anno. In Perù il musical ispirato alla sua vita ha radunato 500 giovani.

 

20151029-05 Il musical “Life, love, light”, ispirato alla vita della beata Chiara Luce Badano, è arrivato in Perù: lo scorso 10 ottobre, pochi giorni dopo il quinto anniversario della beatificazione della giovane di Sassello, lo spettacolo è infatti andato in scena a Lima.

 

I giovani peruviani del Movimento dei Focolari già mesi fa erano entrati in contatto con i loro coetanei spagnoli – che avevano portato in scena a Burgos quest’opera nella loro lingua – così da avere i materiali; e grazie alla collaborazione con la Comunità di Villaregia e le Misioneras Identes – dato che, ammettono, “l’opera superava le nostre forze” – ed alcuni professionisti hanno intrapreso la preparazione del musical.

 

20151029-03Sono stati 75 i giovani che hanno partecipato alla sua realizzazione, sia dei Focolari che delle altre realtà coinvolte. E non è mancata nemmeno una serie di “fortunate coincidenze” in cui questi ragazzi hanno visto la mano della Provvidenza: dalla disponibilità di una sala con centinaia di posti in un rinomato quartiere di Lima, ai pasti per tutta la squadra arrivati grazie alla generosità di un’aderente al Movimento, alle interviste rilasciate a due canali televisivi – di cui uno ha registrato lo spettacolo per trasmetterlo in differita.

 

20151029-02Anche i cinquecento spettatori non hanno fatto mancare la loro generosità: l’ingresso era libero, ma con l’invito ad offrire alimenti a lunga conservazione – che sono arrivati in grande quantità – da destinare alle persone assistite dalla Comunità di Villaregia.

 

Di grande successo infine anche lo spettacolo propriamente detto che, nelle testimonianze dei partecipanti, ha permesso loro di scoprire e valorizzare molti talenti. Toccante soprattutto la testimonianza della madre di una ragazza di 13 anni, colpita da una grave forma di depressione, che ha affermato: “Avete cambiato la vita a mia figlia”.

 

20151029-04A chiudere la serata è stato il messaggio inviato dai genitori della giovane beata, Ruggero e Maria Teresa Badano, con i ringraziamenti per quanto realizzato: «La sua tensione alla santità e la fedeltà ai valori del Vangelo di Gesù – scrivono – hanno guidato Chiara Luce anche nei momenti più difficili della sua esistenza, e siamo convinti che saprà ispirarvi. Perché – come ripeteva la sua madre spirituale Chiara Lubich“Avete una vita sola e vale la pena spenderla bene”».

 

Parrocchia SS. Trinità - Sassello (SV) 

 

Ci stiamo avvicinando alla grande data del 29 ottobre: festa liturgica della beata Chiara Badano. Giornata di preghiera, di rendimento di grazie a Dio per tutti i doni che ci concede attraverso i suoi Santi e, nel nostro caso, in particolar modo attraverso questa giovane donata dalla Chiesa come modello di abbandono alla volontà di Dio. Modello per i giovani e non solo…

 

Questo il programma:

 
Ore 15.00 - Parrocchia SS. Trinità - Solenne concelebrazione eucaristica presieduta da S. Ecc. Mons. Pier Giorgio Micchiardi Vescovo della diocesi di Acqui.
Ore 16.00 - Intitolazione della Scuola Media Statale a Chiara Badano

 

In contemporanea, in varie parti d’Italia e del mondo tante le iniziative per celebrare la festa della Beata: celebrazioni eucaristiche, momenti di adorazione, rosari recitati da giovani, ammalati ed adulti, catechesi per fanciulli… Tutto un Alleluja al Signore come incenso verso il Cielo.

Una giornata di grazia che vivremo con tutti, anche con coloro che sono lontani fisicamente, nell’unità della preghiera al Signore. Insieme vogliamo invocare l’intercessione della beata Chiara Badano per tutte le persone malate, per i giovani, le famiglie ...

 

Sito ufficiale della beata Chiara Badano: www.chiaralucebadano.it

 

Dedicata a Chiara Luce Badano una chiesa in India

 

7 ottobre 2015

 

Si trova a Sironi, vicino Bhopal, nello stato indiano del Madhya Pradesh, la prima chiesa intitolata alla beata Chiara 'Luce' Badano. L’inaugurazione è avvenuta lo scorso 25 settembre alla presenza dei genitori Maria Teresa e Ruggero.
 

DSC_7922«Avevamo qualche timore nell’intraprendere un viaggio tanto impegnativo, ma fin dall’invito giuntoci da Mons. Anthony Chirayath, vescovo della diocesi di Sagar (quella in cui si trova la nuova chiesa dedicata a Chiara Luce) ci è sembrato di capire che nostra figlia ne fosse felice e che ci spingesse a partire. Era un’altra occasione – questa davvero inaspettata – che Chiara ci offriva per cooperare a diffondere il suo messaggio, tanto più in un luogo così lontano e in contesti tanto diversi».

 

Lo raccontano Maria Teresa e Ruggero Badano, genitori della beata Chiara Luce, al loro rientro dall’India. «Ancora adesso – continuano – non riusciamo a renderci ben conto della grandezza di quanto è accaduto: a due genitori è stata data la grazia di presenziare all’inaugurazione di una parrocchia, e per di più in una diocesi di 40.000 chilometri quadrati, dove i cristiani sono 0,01%!». «La nostra Chiara non finisce di sorprenderci. Ogni giorno ringraziamo Dio per averci dato una figlia così e Gli chiediamo di renderci degni di questo Suo grandissimo dono».

 

DSC_8154La chiesa di Sironi è stata intitolata alla Beata per espressa volontà di mons. Chirayath, che ha appreso della vita di Chiara Luce durante uno dei suoi viaggi in Italia – riporta l’agenzia Asia News. Avendo in mente la numerosa popolazione giovanile che risiede nella cittadina indiana, il vescovo di Sagar ha intuito che la vita della ragazza potesse fungere da “esempio e ispirazione” per i molti giovani. E per i genitori questa è stata «l’ennesima prova che Chiara è davvero un modello, un’ispirazione, una sorella per tutti, a prescindere dalle loro fedi, dalle culture e dalle latitudini».

 

Leggi anche: India: una chiesa dedicata a Chiara Luce Badano, “esempio e ispirazione” per i giovani

 

 

 Roma, 22 Settembre 2015 (ZENIT.org)

 

Una bella notizia giunge dall'India: il 25 settembre sarà inaugurata a Sironi, vicino Bhopal, nello stato indiano del Madhya Pradesh, la prima chiesa intitolata alla beata Chiara 'Luce' Badano, la giovane focolarina italiana morta all’età di 18 anni per un tumore osseo e proclamata beata il 25 settembre 2010 da Benedetto XVI, che ha riconosciuto le sue virtù eroiche e la sua opera instancabile a favore dei poveri, nonostante i dolori della malattia di cui soffriva. 

Lo rende noto AsiaNews, informando che mons. Anthony Chirayath, vescovo della diocesi siro-malabarese di Sagar consacrerà la nuova chiesa insieme ai genitori di Chiara, Maria Teresa e Ruggero, arrivati dall’Italia per l’occasione su invito del vescovo. Essi saranno accompagnati da Chicca Coriasco – la migliore amica della Beata – e da suo fratello Franz, che ha scritto la biografia di Chiara, nominata 'Luce' dalla fondatrice del Movimento, Chiara Lubich.

La chiesa di Sironi viene intitolata alla Beata per espressa volontà di mons. Chirayath, che ha appreso della vita di Chiara Luce durante uno dei suoi viaggi in Italia. Avendo in mente la numerosa popolazione giovanile che risiede nella cittadina indiana per frequentare le prestigiose scuole inglesi del distretto, il vescovo di Sagar ha intuito che la vita della ragazza potesse fungere da “esempio e ispirazione per gli studenti”.

Alla celebrazione sono attesi circa 1000 partecipanti tra sacerdoti, religiosi, seminaristi, insegnanti, studenti liceali e giovani focolarini di Mumbai e Delhi, che stanno preparando rappresentazioni artistiche per festeggiare l’evento. Saranno presenti anche moltissimi giovani studenti dei licei locali. 

Dopo l’inaugurazione della chiesa, i genitori e gli amici di Chiara 'Luce' incontreranno a Mumbai alcuni membri del movimento cattolico, desiderosi di esprimere la loro gratitudine per la “testimone di amore e unità”. Sempre a Mumbai incontreranno anche il gruppo giovanile “Jesusfriends4u”, fondato sull’esempio di vita della ragazza, che consegnerà ai coniugi Badano il primo premio dedicato alla figlia, l’Effective Parenting Award.



 

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Messaggio Cristiano
UDIENZA GENERALE, 1° Maggio 2024

Catechesi. I vizi e le virtù. 17. La fede

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi vorrei parlare della virtù della fede. Insieme con la carità e la speranza, questa virtù è detta “teologale”. Le virtù teologali sono tre: fede, speranza e carità. Perché sono teologali? Perché le si può vivere solo grazie al dono di Dio. Le tre virtù teologali sono i grandi doni che Dio fa alla nostra capacità morale. Senza di esse noi potremmo essere prudenti, giusti, forti e temperanti, ma non avremmo occhi che vedono anche nel buio, non avremmo un cuore che ama anche quando non è amato, non avremmo una speranza che osa contro ogni speranza.

Che cos’è la fede? Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci spiega che la fede è l’atto con cui l’essere umano si abbandona liberamente a Dio (n. 1814). In questa fede, Abramo è stato il grande padre. Quando accettò di lasciare la terra dei suoi antenati per dirigersi verso la terra che Dio gli avrebbe indicato, probabilmente sarà stato giudicato folle: perché lasciare il noto per l’ignoto, il certo per l’incerto? Ma perché fare quello? È pazzo? Ma Abramo parte, come se vedesse l’invisibile. Questo dice la Bibbia di Abramo: “Andò come se vedesse l’invisibile”. È bello questo. E sarà ancora questo invisibile a farlo salire sul monte con il figlio Isacco, l’unico figlio della promessa, che solo all’ultimo momento sarà risparmiato dal sacrificio. In questa fede, Abramo diventa padre di una lunga schiera di figli. La fede lo ha reso fecondo.

Uomo di fede sarà Mosè, il quale, accogliendo la voce di Dio anche quando più di un dubbio poteva scuoterlo, continuò a restare saldo e a fidarsi del Signore, e persino a difendere il popolo che invece tante volte mancava di fede.

Donna di fede sarà la Vergine Maria, la quale, ricevendo l’annuncio dell’Angelo, che molti avrebbero liquidato perché troppo impegnativo e rischioso, risponde: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38). E con il cuore pieno di fede, con il cuore pieno di fiducia in Dio, Maria parte per una strada di cui non conosce né il tracciato né i pericoli.

La fede è la virtù che fa il cristiano. Perché essere cristiani non è anzitutto accettare una cultura, con i valori che l’accompagnano, ma essere cristiano è accogliere e custodire un legame, un legame con Dio: io e Dio; la mia persona e il volto amabile di Gesù. Questo legame è quello che ci fa cristiani.

A proposito della fede, viene in mente un episodio del Vangelo. I discepoli di Gesù stanno attraversando il lago e vengono sorpresi dalla tempesta. Pensano di cavarsela con la forza delle loro braccia, con le risorse dell’esperienza, ma la barca comincia a riempirsi d’acqua e vengono presi dal panico (cfr Mc 4,35-41). Non si rendono conto di avere la soluzione sotto gli occhi: Gesù è lì con loro sulla barca, in mezzo alla tempesta, e Gesù dorme, dice il Vangelo. Quando finalmente lo svegliano, impauriti e anche arrabbiati perché Lui li lascia morire, Gesù li rimprovera: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (Mc 4,40).

Ecco, dunque, la grande nemica della fede: non è l’intelligenza, non è la ragione, come, ahimè, qualcuno continua ossessivamente a ripetere, ma la grande nemica della fede è la paura. Per questo motivo la fede è il primo dono da accogliere nella vita cristiana: un dono che va accolto e chiesto quotidianamente, perché si rinnovi in noi. Apparentemente è un dono da poco, eppure è quello essenziale. Quando ci hanno portato al fonte battesimale, i nostri genitori, dopo aver annunciato il nome che avevano scelto per noi, si sono sentiti interrogare dal sacerdote – questo è successo nel nostro Battesimo –: «Che cosa chiedete alla Chiesa di Dio?». E i genitori hanno risposto: «La fede, il battesimo!».

Per un genitore cristiano, consapevole della grazia che gli è stata regalata, quello è il dono da chiedere anche per suo figlio: la fede. Con essa un genitore sa che, pur in mezzo alle prove della vita, suo figlio non annegherà nella paura. Ecco, il nemico è la paura. Sa anche che, quando cesserà di avere un genitore su questa terra, continuerà ad avere un Dio Padre nei cieli, che non lo abbandonerà mai. Il nostro amore è così fragile, e solo l’amore di Dio vince la morte.

Certo, come dice l’Apostolo, la fede non è di tutti (cfr 2 Ts 3,2), e anche noi, che siamo credenti, spesso ci accorgiamo di averne solo una piccola scorta. Spesso Gesù ci può rimproverare, come fece coi suoi discepoli, di essere “uomini di poca fede”. Però è il dono più felice, l’unica virtù che ci è concesso di invidiare. Perché chi ha fede è abitato da una forza che non è solo umana; infatti, la fede “innesca” la grazia in noi e dischiude la mente al mistero di Dio. Come disse una volta Gesù: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe» (Lc 17,6). Perciò anche noi, come i discepoli, gli ripetiamo: Signore, aumenta la nostra fede! (cfr Lc 17,5) È una bella preghiera! La diciamo tutti insieme? “Signore, aumenta la nostra fede”. La diciamo insieme: [tutti] “Signore, aumenta la nostra fede”. Troppo debole, un po’ più forte: [tutti] “Signore, aumenta la nostra fede!”. Grazie.

Papa Francesco