Venerdì 28 Novembre 2025


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Le parole del Papa


VIDEOMESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER IL LANCIO DELLA PIATTAFORMA LAUDATO SI'

Cari fratelli e sorelle,

 

con l’Enciclica Laudato si’, promulgata nel 2015, invitavo tutte le persone di buona volontà a prendersi cura della Terra, che è la nostra casa comune. Da tempo, ormai, questa casa che ci ospita soffre per ferite che noi provochiamo a causa di un atteggiamento predatorio, che ci fa sentire padroni del pianeta e delle sue risorse e ci autorizza a un uso irresponsabile dei beni che Dio ci ha dato. Oggi, queste ferite si manifestano drammaticamente in una crisi ecologica senza precedenti, che interessa il suolo, l’aria, l’acqua e, in genere, l’ecosistema in cui gli esseri umani vivono. L’attuale pandemia, poi, ha portato alla luce in modo ancora più forte il grido della natura e quello dei poveri che ne subiscono maggiormente le conseguenze, evidenziando che tutto è interconnesso e interdipendente e che la nostra salute non è separata dalla salute dell’ambiente in cui viviamo.

 

Abbiamo bisogno, perciò, di un nuovo approccio ecologico, che trasformi il nostro modo di abitare il mondo, i nostri stili di vita, la nostra relazione con le risorse della Terra e, in generale, il modo di guardare all’uomo e di vivere la vita. Un’ecologia umana integrale, che coinvolge non solo le questioni ambientali ma l’uomo nella sua totalità, diventa capace di ascoltare il grido dei poveri e di essere fermento per una nuova società.

 

Abbiamo una grande responsabilità, specialmente nei confronti delle future generazioni. Che mondo vogliamo lasciare ai nostri bambini e ai nostri giovani? Il nostro egoismo, la nostra indifferenza e i nostri stili irresponsabili stanno minacciando il futuro dei nostri ragazzi! Rinnovo allora il mio appello: prendiamoci cura della nostra madre Terra, vinciamo la tentazione dell’egoismo che ci rende predatori delle risorse, coltiviamo il rispetto per i doni della Terra e della creazione, inauguriamo uno stile di vita e una società finalmente ecosostenibili: abbiamo l’opportunità di preparare un domani migliore per tutti. Dalle mani di Dio abbiamo ricevuto un giardino, ai nostri figli non possiamo lasciare un deserto.

 

In questo contesto, il 24 maggio 2020 ho indetto l’anno Laudato si’, la cui organizzazione è stata affidata al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Ringrazio tutti coloro che hanno celebrato quest’anno con moltissime iniziative. Oggi sono lieto di annunciare che l’anno Laudato si’ sfocerà in un progetto d’azione concreto, la Laudato si’ Action Platform, un cammino di sette anni che vedrà impegnate in diversi modi le nostre comunità, perché diventino totalmente sostenibili, nello spirito dell’ecologia integrale.

 

Vorrei dunque invitare tutti ad affrontare questo cammino insieme, in particolare mi rivolgo a queste sette realtà: famiglie – parrocchie e diocesi – scuole e università – ospedali – imprese e aziende agricole – organizzazioni, gruppi e movimenti – istituti religiosi. Lavorare insieme. Solo così potremo creare il futuro che vogliamo: un mondo più inclusivo, fraterno, pacifico e sostenibile.

 

In un cammino che durerà per sette anni, ci lasceremo guidare dai sette obiettivi della Laudato si’, che ci indicheranno la direzione mentre perseguiamo la visione dell’ecologia integrale: la risposta al grido della Terra, la risposta al grido dei poveri, l’economia ecologica, l’adozione di uno stile di vita semplice, l’educazione ecologica, la spiritualità ecologica e l’impegno comunitario.

 

C’è speranza. Tutti possiamo collaborare, ognuno con la propria cultura ed esperienza, ciascuno con le proprie iniziative e capacità, perché la nostra madre Terra ritorni alla sua originale bellezza e la creazione torni a risplendere secondo il progetto di Dio.

 

Dio benedica ognuno di voi e benedica la nostra missione di ricostruire la nostra casa comune. Grazie!

 

 Francesco

 



 

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Messaggio Cristiano
UDIENZA GENERALE, Piazza San Pietro 26 novembre 2025

Ciclo di Catechesi – Giubileo 2025. Gesù Cristo nostra speranza. IV. La Risurrezione di Cristo e le sfide del mondo attuale. 6. Sperare nella vita per generare vita


Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!

La Pasqua di Cristo illumina il mistero della vita e ci permette di guardarlo con speranza. Questo non è sempre facile o scontato. Molte vite, in ogni parte del mondo, appaiono faticose, dolorose, colme di problemi e di ostacoli da superare. Eppure, l’essere umano riceve la vita come un dono: non la chiede, non la sceglie, la sperimenta nel suo mistero dal primo giorno fino all’ultimo. La vita ha una sua specificità straordinaria: ci viene offerta, non possiamo darcela da soli, ma va alimentata costantemente: occorre una cura che la mantenga, la dinamizzi, la custodisca, la rilanci.

Si può dire che la domanda sulla vita è una delle questioni abissali del cuore umano. Siamo entrati nell’esistenza senza aver fatto niente per deciderlo. Da questa evidenza scaturiscono come un fiume in piena le domande di ogni tempo: chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Quale è il senso ultimo di tutto questo viaggio?

Vivere, in effetti, invoca un senso, una direzione, una speranza. E la speranza agisce come la spinta profonda che ci fa camminare nelle difficoltà, che non ci fa arrendere nella fatica del viaggio, che ci rende certi che il pellegrinaggio dell’esistenza ci conduce a casa. Senza la speranza la vita rischia di apparire come una parentesi tra due notti eterne, una breve pausa tra il prima e il dopo del nostro passaggio sulla terra. Sperare nella vita significa invece pregustare la meta, credere come sicuro ciò che ancora non vediamo e non tocchiamo, fidarci e affidarci all’amore di un Padre che ci ha creato perché ci ha voluto con amore e ci vuole felici.

Carissimi, c’è nel mondo una malattia diffusa: la mancanza di fiducia nella vita. Come se ci si fosse rassegnati a una fatalità negativa, di rinuncia. La vita rischia di non rappresentare più una possibilità ricevuta in dono, ma un’incognita, quasi una minaccia da cui preservarsi per non rimanere delusi. Per questo, il coraggio di vivere e di generare vita, di testimoniare che Dio è per eccellenza «l’amante della vita», come afferma il Libro della Sapienza (11,26), oggi è un richiamo quanto mai urgente.

Nel Vangelo Gesù conferma costantemente la sua premura nel guarire malati, risanare corpi e spiriti feriti, ridare la vita ai morti. Così facendo, il Figlio incarnato rivela il Padre: restituisce dignità ai peccatori, accorda la remissione dei peccati e include tutti, specialmente i disperati, gli esclusi, i lontani nella sua promessa di salvezza.

Generato dal Padre, Cristo è la vita e ha generato vita senza risparmio fino a donarci la sua, e invita anche noi a donare la nostra vita. Generare vuol dire porre in vita qualcun altro. L’universo dei viventi si è espanso attraverso questa legge, che nella sinfonia delle creature conosce un mirabile “crescendo” culminante nel duetto dell’uomo e della donna: Dio li ha creati a propria immagine e ad essi ha affidato la missione di generare pure a sua immagine, cioè per amore e nell’amore.

La Sacra Scrittura, fin dall’inizio, ci rivela che la vita, proprio nella sua forma più alta, quella umana, riceve il dono della libertà e diventa un dramma. Così le relazioni umane sono segnate anche dalla contraddizione, fino al fratricidio. Caino percepisce il fratello Abele come un concorrente, una minaccia, e nella sua frustrazione non si sente capace di amarlo e di stimarlo. Ed ecco la gelosia, l’invidia, il sangue (Gen 4,1-16). La logica di Dio, invece, è tutt’altra. Dio rimane fedele per sempre al suo disegno di amore e di vita; non si stanca di sostenere l’umanità anche quando, sulla scia di Caino, obbedisce all’istinto cieco della violenza nelle guerre, nelle discriminazioni, nei razzismi, nelle molteplici forme di schiavitù.

Generare significa allora fidarsi del Dio della vita e promuovere l’umano in tutte le sue espressioni: anzitutto nella meravigliosa avventura della maternità e della paternità, anche in contesti sociali nei quali le famiglie faticano a sostenere l’onere del quotidiano, rimanendo spesso frenate nei loro progetti e nei loro sogni. In questa stessa logica, generare è impegnarsi per un’economia solidale, ricercare il bene comune equamente fruito da tutti, rispettare e curare il creato, offrire conforto con l’ascolto, la presenza, l’aiuto concreto e disinteressato.

Sorelle e fratelli, la Risurrezione di Gesù Cristo è la forza che ci sostiene in questa sfida, anche dove le tenebre del male oscurano il cuore e la mente. Quando la vita pare essersi spenta, bloccata, ecco che il Signore Risorto passa ancora, fino alla fine del tempo, e cammina con noi e per noi. Egli è la nostra speranza.

LEONE XIV