Venerdì 26 Dicembre 2025


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Vescovo nuovo a BOUAR!

Dal sito della diocesi https://www.diocesebouar.com

 
Un Vescovo nuovo nuovo 
Sabato mattina, 10 febbraio, la piazza della chiesa di Bozoum è già molto frequentata, fin da prima delle 5 di mattina.  Camion e macchine sono pronti, e alle 5.15 partiamo per Bouar, con una delegazione di 110 persone, per partecipare alla consacrazione del nuovo vescovo di Bouar, Mirek Gucwa.
Arrivo un po’ prima del convoglio, anche per organizzare l’accoglienza di tutti i partecipanti. La diocesi di Bouar comprende 12 parrocchie, ed per ognuna una delegazione di 50 persone sarà accolta dalle varie comunità della città di Bouar. Si respira la Chiesa!
L’ordinazione del Vescovo è un evento eccezionale. Creata nel 1978, la diocesi di Bouar aveva avuto per quasi quarant’anni un solo vescovo, Mon.Armando Gianni. Per l’occasione tutti i vescovi del paese sono presenti, insieme al vescovo di Cracovia (Pologna) da cui proviene l’Abbé Mirek (e sono anche compagni di seminario e di ordinazione sacerdotale) e a due vescovi del Camerun.
Alle 9 di sabato mattina si svolge un incontro tra alcuni vescovi ed i cristiani venuti per l’occasione da tutta la diocesi: quasi 3 ore di presentazione del ruolo e del lavoro del vescovo,  tenute dal Cardinale Nzapalainga di Bangui, e dai vescovi di Mbaiki, Bangassou, Alindao… Tra interventi, canti e simpatia, il tempo è passato velocemente.
Domenica è il grande giorno. Tutto è organizzato alla perfezione. E alle 8.30 inizia la Messa: 12 vescovi, un centinaio di sacerdoti, e circa 3.000 fedeli riempiono la grande Cattedrale. Dopo una brillante omelia del Cardinale (in francese e in Sango), si passa al rito vero e proprio: i vescovi presenti, dopo aver invocato lo Spirito Santo, pregano ed impongono le mani su Mirek, mentre due diaconi tengono sospeso sul suo capo il Vangelo. E Mirek diventa il Vescovo Mirek. Subito dopo riceve i segni di questo Ministero: la mitra, il pastorale, l’anello.
Dopo un ricco offertorio, e con la consacrazione e la comunione, seguono i discorsi del nuovo vescovo. È bello sentire (sia dal Cardinale che dal nuovo Vescovo) che la Diocesi di Bouar è ricca di carità e di opere (scuole, ospedali, agricoltura) ma anche di comunità religiose che si dedicano con gioia e generosità al servizio dei più poveri.
E alla fine il nuovo Vescovo passa benedicendo il “suo” popolo, che lo accoglie con grande gioia ed emozione!
In pomeriggio rientro a Bozoum, insieme alla Suore. E lunedì e martedì organizziamo con le ragazze ed i ragazzi del Lycée St.Augustin una due giorni culturale: skecths, danze, canti, dibattiti. Il tutto perché la scuola non si limiti agli aspetti meramente tecnici, ma presenti “un’educazione” completa.
E mercoledì 14 è il giorno delle Ceneri: iniziamo la Quaresima sul monte Binon. Un cammino lungo di conversione e di approfondimento del nostro amore per Dio.
 
 
Profil du nouvel évêque

Depuis plusieurs années, le diocèse de Bouar attend un nouvel évêque. Finalement le 2 décembre le Vatican annonce la nomination de l’abbé Mirek Gucwa.

L’abbé Mirek GUCWA est né le 21 novembre 1963 à Pisarzowa, diocèse de Tarnow, en Pologne. Après avoir terminé ses études secondaires en 1982, il rejoint le Grand Séminaire de Tarnów, où il obtient une maîtrise en théologie. Le 12 juin 1988, il est ordonné prêtre, après quoi il travaille dans la paroisse de Sainte Catherine  à Grybów, où il a passé les quatre premières années de son sacerdoce. Après une brève préparation de trois mois en Italie et en France, à la fin d'octobre 1992, il arrive en Centrafrique et commencé son travail missionnaire dans le diocèse de Bouar. La première charge en mission était la paroisse de Bohong, où il a exercé son ministère pastoral pendant quatre ans. En 1996, il devient le premier recteur du Petit Séminaire Diocésain de Saint Pierre, jusqu'en 2005. En 2003-2006, il est Chancelier de la Curie du diocèse de Bouar, et depuis 2006 il est le vicaire général du diocèse.

Dans les années 2011-2014, il a également servi comme curé de la paroisse de la Cathédrale de Bouar. Il était également aumônier d'une prison locale et de l’hôpital. Grace à son initiative, une intervention de réhabilitation a été réalisée ainsi qu'un projet d'installation d'un puits dans la prison. Il a initié la pastorale des malades dans l'hôpital de la ville. Il s’occupe aussi  du garage diocésain, d'un centre de menuiserie et du Centre culturel, ainsi que du Centre d'Accueil diocésain.

Pendant la dernière crise, il donne naissance aux activités de la Plateforme religieuse, qui a assuré une tâche importante pendant la période de conflit à partir de 2013. C'est un rassemblement de représentants catholiques, protestants et musulmans. Le but de cette Plateforme est de prier ensemble, de réfléchir et d'agir pour la coexistence pacifique des hommes et des femmes de toutes les religions. L’abbé  Mirek s'est également distingué avec beaucoup de courage pendant l’enlèvement de l’abbé Mateusz Dziedzica, prenant des mesures pour libérer le missionnaire, lui fournissant les ressources spirituelles et physiques nécessaires. Il a beaucoup œuvré pour assurer la paix dans les zones les plus touchées du diocèse (Bohong, Baboua, Bocaranga, Ndim, Nagaundaye).

 

 

 

 

Sabato 2 dicembre, verso mezzogiorno appare su Facebook una notizia sulla nostra diocesi, Bouar. È in polacco, ma la traduzione automatica mi rivela che il Papa avrebbe nominato come vescovo di Bouar l’Abbé Mirek. Provo a chiamarlo, ed il telefono occupato mi conferma che probabilmente la notizia è vera. E alle 12.40 me lo conferma lui stesso al telefono.

 

È una grande notizia. La diocesi di Bouar era stata creata nel 1978, ed il primo vescovo è stato il cappuccino p.Armando Gianni, che l’ha guidata per quasi quarant’anni. Ha costruito la cattedrale ed il seminario, ed ha fatto di quella di Bouar una delle diocesi più vivaci, grazie anche alla presenza di numerose comunità di religiose e religiosi. Dopo la diocesi di Bangui, quella di Bouar è la diocesi con più alunni nelle scuole cattoliche. Da novembre 2016 era in Italia per motivi di salute, e le sue dimissioni sono state accettate in questi giorni. È nato nel 1939.
 
 
L’Abbé Mirek Gukwa, polacco, è nato nel 1963. È in Centrafrica dal 1992, e dopo aver lavorato come parroco a Bohong, e poi come rettore del seminario, è vicario generale dal 2006.
 
 
In questi anni di guerra e di crisi, è sempre stato molto vicino a tutte le parrocchie, e molto impegnato, insieme ad altri leader religiosi, a cercare di riconciliare le comunità ed a venire in aiuto dove era necessario.
 
È una grande notizia, e siamo molto contenti di questa nomina. È una nuova pagina della storia della nostra diocesi.
Martedì mattina vado a Bouar. Riesco a salutare, lungo la strada, il nuovo vescovo. Mi fermo poi a Baoro, dove contiamo di aprire la scuola dei catechisti per tutte le parrocchie della diocesi.
 
Il nuovo vescovo con il predecessore
 

 



 

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Messaggio Cristiano
UDIENZA GENERALE, Piazza San Pietro, 17 Dicembre 2025

Udienza Generale del 17 dicembre 2025 - Ciclo di Catechesi – Giubileo 2025. Gesù Cristo nostra speranza. IV. La Risurrezione di Cristo e le sfide del mondo attuale. 8. La Pasqua come approdo del cuore inquieto

Saluto del Santo Padre ai malati in Aula Paolo VI prima dell’Udienza Generale

Buongiorno a tutti! Good morning! Welcome!

Faccio un breve saluto, una benedizione per ognuno di voi.

In questa giornata volevamo difendervi un po’ dagli elementi, dal freddo soprattutto... Non sta piovendo, però così forse state un po’ più comodi. Dopo potrete seguire l’Udienza sullo schermo, o se volete potete anche uscire, però approfittiamo di questo piccolo incontro un po’ più personale, così, per salutarvi, per offrirvi la benedizione del Signore, e anche un augurio. Siamo già vicino alla festa di Natale e vogliamo chiedere al Signore che la gioia di questo tempo di Natale vi accompagni tutti: le vostre famiglie, i vostri cari, e che siate sempre nelle mani del Signore con la fiducia, con l’amore che solo Dio ci può dare.

Do la benedizione a tutti adesso, poi passo a salutarvi.

Benedizione

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Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!

La vita umana è caratterizzata da un movimento costante che ci spinge a fare, ad agire. Oggi si richiede ovunque rapidità nel conseguire risultati ottimali negli ambiti più svariati. In che modo la risurrezione di Gesù illumina questo tratto della nostra esperienza? Quando parteciperemo alla sua vittoria sulla morte, ci riposeremo? La fede ci dice: sì, riposeremo. Non saremo inattivi, ma entreremo nel riposo di Dio, che è pace e gioia. Ebbene, dobbiamo solo aspettare, o questo ci può cambiare fin da ora?

Siamo assorbiti da tante attività che non sempre ci rendono soddisfatti. Molte delle nostre azioni hanno a che fare con cose pratiche, concrete. Dobbiamo assumerci la responsabilità di tanti impegni, risolvere problemi, affrontare fatiche. Anche Gesù si è coinvolto con le persone e con la vita, non risparmiandosi, anzi donandosi fino alla fine. Eppure, percepiamo spesso quanto il troppo fare, invece di darci pienezza, diventi un vortice che ci stordisce, ci toglie serenità, ci impedisce di vivere al meglio ciò che è davvero importante per la nostra vita. Ci sentiamo allora stanchi, insoddisfatti: il tempo pare disperdersi in mille cose pratiche che però non risolvono il significato ultimo della nostra esistenza. A volte, alla fine di giornate piene di attività, ci sentiamo vuoti. Perché? Perché noi non siamo macchine, abbiamo un “cuore”, anzi, possiamo dire, siamo un cuore.

Il cuore è il simbolo di tutta la nostra umanità, sintesi di pensieri, sentimenti e desideri, il centro invisibile delle nostre persone. L’evangelista Matteo ci invita a riflettere sull’importanza del cuore, nel riportare questa bellissima frase di Gesù: «Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,21).

È dunque nel cuore che si conserva il vero tesoro, non nelle casseforti della terra, non nei grandi investimenti finanziari, mai come oggi impazziti e ingiustamente concentrati, idolatrati al sanguinoso prezzo di milioni di vite umane e della devastazione della creazione di Dio.

È importante riflettere su questi aspetti, perché nei numerosi impegni che di continuo affrontiamo, sempre più affiora il rischio della dispersione, talvolta della disperazione, della mancanza di significato, persino in persone apparentemente di successo. Invece, leggere la vita nel segno della Pasqua, guardarla con Gesù Risorto, significa trovare l’accesso all’essenza della persona umana, al nostro cuore: cor inquietum. Con questo aggettivo “inquieto”, Sant’Agostino ci fa comprendere lo slancio dell’essere umano proteso al suo pieno compimento. La frase integrale rimanda all’inizio delle Confessioni, dove Agostino scrive: «Signore, ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto, finché non riposa in te» (I, 1,1).

L’inquietudine è il segno che il nostro cuore non si muove a caso, in modo disordinato, senza un fine o una meta, ma è orientato alla sua destinazione ultima, quella del “ritorno a casa”. E l’approdo autentico del cuore non consiste nel possesso dei beni di questo mondo, ma nel conseguire ciò che può colmarlo pienamente, ovvero l’amore di Dio, o meglio, Dio Amore. Questo tesoro, però, lo si trova solo amando il prossimo che si incontra lungo il cammino: i fratelli e le sorelle in carne e ossa, la cui presenza sollecita e interroga il nostro cuore, chiamandolo ad aprirsi e a donarsi. Il prossimo ti chiede di rallentare, di guardarlo negli occhi, a volte di cambiare programma, forse anche di cambiare direzione.

Carissimi, ecco il segreto del movimento del cuore umano: tornare alla sorgente del suo essere, godere della gioia che non viene meno, che non delude. Nessuno può vivere senza un significato che vada oltre il contingente, oltre ciò che passa. Il cuore umano non può vivere senza sperare, senza sapere di essere fatto per la pienezza, non per la mancanza.

Gesù Cristo, con la sua Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione ha dato fondamento solido a questa speranza. Il cuore inquieto non sarà deluso, se entra nel dinamismo dell’amore per cui è creato. L’approdo è certo, la vita ha vinto e in Cristo continuerà a vincere in ogni morte del quotidiano. Questa è la speranza cristiana: benediciamo e ringraziamo sempre il Signore che ce l’ha donata!

LEONE XIV