Sabato 27 Luglio 2024
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PREMIO LETTERARIO NAZIONALE "BE NA BE - CUORE A CUORE"
I EDIZIONE


Buona serata a tutti. Ieri pomeriggio (25 Giugno 2022) presso il Convento dei Padri Cappuccini di Savona si è svolta la Cerimonia di Premiazione della 1^ Edizione del Premio Letterario Nazionale Benabe-Cuore a Cuore, a conclusione di quella che è stata un'esperienza bellissima e ricca di emozioni per chi ha organizzato l'evento e per chi ha partecipato. La premiazione ha avuto luogo nel chiostro del convento dove si respirava un'aria di profonda quiete e di spiritualità: secoli di storia e di fede abitano fra le mura antiche della chiesa e dell'intero complesso conventuale.

 

La cerimonia è iniziata con il saluto di Padre Umberto, quasi 95 anni e una vita consacrata a Dio con cinquant'anni di missione in terra d'Africa. Il termine "Benabe" era stato scelto per dare il nome ad un giornalino che per diversi anni è uscito sia in forma cartacea sia on line e approfondiva ad ogni numero temi di spiritualità suggeriti da Padre Umberto. E così quando ho pensato al nome da scegliere per il concorso mi è venuta l'idea di "Benabe" e a questo punto credo che non avrebbe potuto essere diversamente.

 

Dopo il saluto del nostro caro Padre Umberto è stata la volta di Padre Gianfranco Jacopi, superiore della Fraternità Francescana Cappuccina di Savona, anche lui missionario per molti anni in Perù e ora qui per guidare il convento di Savona in acque sicure... Bisogna sapere che questo luogo straordinario ha rischiato di essere chiuso o addirittura venduto: su questo aspetto si è soffermato il padre superiore per sottolineare quanto è stato fatto per scongiurare una tristissima e dolorosa eventualità e, con l'aiuto di Dio, pare che la Fraternità Francescana Cappuccina di Savona avrà ancora vita molto lunga. Il convento sta diventando un centro di tante iniziative culturali e il nostro concorso letterario è una di queste. Padre Gianfranco proprio oggi ha celebrato i suoi cinquant'anni di sacerdozio con una Santa Messa allietata dal coro del Maestro Angelo Mule'.

 

Dopo il padre superiore ha preso la parola l'Architetto Nicoletta Negro, Assessore alle Politiche Comprensoriali della Cultura e del Turismo del Comune di Savona, in rappresentanza del Sindaco Avvocato Marco Russo impossibilitato a partecipare: è stato un altro contributo importante perché l'attenzione dell'amministrazione comunale è un sostegno prezioso per tutte le realtà del territorio e quindi per il nostro amato convento.

 

Conclusi i saluti dei Padri Cappuccini e delle autorità, è iniziata la cerimonia di premiazione con la presenza da ogni parte d'Italia di autori che, fra versi e parole, hanno saputo emozionare la giuria. Io devo ringraziare gli amici e colleghi di penna che hanno partecipato con entusiasmo al Premio Benabe-Cuore a Cuore: tanti nomi eccellenti del panorama letterario italiano uniti a sostegno di un'ottima causa. Ma desidero anche ringraziare tutti gli autori che ho conosciuto per la prima volta e che hanno contribuito all'iniziativa con grande sensibilità. Il messaggio che questo concorso cerca di trasmettere è proprio il senso di partecipazione, di ascolto e di condivisione: la Fraternità Francescana Cappuccina di Savona ha voluto accogliere i partecipanti in senso concreto, offrendo loro ospitalità gratuita, ma anche con il desiderio di accogliere le persone, di farle sentire in famiglia, perché il Convento è una grande famiglia che apre le porte del cuore e della propria casa a chiunque abbia bisogno anche di una parola di conforto e di sostegno, di una presenza fraterna, proprio "cuore a cuore". E per questo i Padri Cappuccini desiderano "restare in contatto" e una via per continuare le relazioni è anche il sito internet del Convento, www.benabe.org dove è possibile inviare messaggi anche in forma anonima per dialogare con chi ha pazienza di ascoltare.

 

La cerimonia di premiazione è stata allietata dagli interventi musicali del gruppo "Ci piace cantare" e la lettura delle poesie è stata eseguita in maniera impeccabile da due insegnanti, la signora Patrizia e la signora Daniela che ancora ringrazio di cuore per il loro prezioso sostegno.

 


Terminata la premiazione, un rinfresco delizioso per tutti. I premi offerti ai vincitori consistevano in oggetti provenienti dall'artigianato locale del Centrafrica e del Perù, terra di missione dei nostri Padri Cappuccini. Ma c'è un ultimo, non certo per importanza, doveroso e sentito ringraziamento a Suor Giuseppa dell'Istituto delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia, che con tanto amore e tanta pazienza ha seguito assieme a me ogni fase del concorso, dalla sua partecipazione con Padre Umberto nella Giuria, alla realizzazione di ogni tappa fondamentale di questo percorso.

 

Io non posso che ringraziare i Padri Cappuccini per la fiducia che mi hanno dimostrato accettando di intraprendere questa avventura che mi ha regalato emozioni preziose e soprattutto quel senso di famiglia, di appartenenza che tanto fa bene al cuore. E con gioia annuncio che nel prossimo autunno uscirà il bando per la seconda edizione del Premio Letterario Nazionale Benabe-Cuore a Cuore. Vi aspettiamo di nuovo per altri momenti speciali.

 

 

Savona, 26 Giugno 2022

Rita Muscardin

 

Link agli articoli sulle testate giornalistiche online:

 

SavonaNews.it - Savona, prima edizione del premio letterario nazionale "Benabe-Cuore a Cuore"

 

IVG.it - Premio letterario nazionale “Benabe-Cuore a Cuore”: a Savona la cerimonia di premiazione

 

 

Alcune fotografie del momento della premiazione:

 

 


Documenti allegati

 Verbale Premio Letterario I Edizione
 Bando Premio Letterario I Edizione

 

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Messaggio Cristiano
UDIENZA GENERALE, 26 Giugno 2024


Catechesi in occasione della Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi si celebra la Giornata Mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1987. Il tema di quest’anno è Le prove sono chiare: bisogna investire nella prevenzione.

San Giovanni Paolo II ha affermato che «l’abuso di droga impoverisce ogni comunità in cui è presente. Diminuisce la forza umana e la fibra morale. Mina i valori stimati. Distrugge la voglia di vivere e di contribuire a una società migliore». [1] Questo fa l’abuso di droga e l’uso di droga. Ricordiamo però, al tempo stesso, che ogni tossicodipendente «porta con sé una storia personale diversa, che deve essere ascoltata, compresa, amata e, per quanto possibile, guarita e purificata. [...] Continuano ad avere, più che mai, una dignità, in quanto persone che sono figli di Dio». [2] Tutti hanno una dignità.

Non possiamo tuttavia ignorare le intenzioni e le azioni malvagie degli spacciatori e dei trafficanti di droga. Sono degli assassini! Papa Benedetto XVI usò parole severe durante una visita a una comunità terapeutica: «Dico ai trafficanti di droga che riflettano sul male che stanno facendo a una moltitudine di giovani e di adulti di tutti gli strati sociali: Dio chiederà loro conto di ciò che hanno fatto. La dignità umana non può essere calpestata in questo modo». [3] E la droga calpesta la dignità umana.

Una riduzione della dipendenza dalle droghe non si ottiene liberalizzandone il consumo – questa è una fantasia –, come è stato proposto, o già attuato, in alcuni Paesi. Si liberalizza e si consuma di più. Avendo conosciuto tante storie tragiche di tossicodipendenti e delle loro famiglie, sono convinto che è moralmente doveroso porre fine alla produzione e al traffico di queste sostanze pericolose. Quanti trafficanti di morte ci sono – perché i trafficanti di droga sono trafficanti di morte –, spinti dalla logica del potere e del denaro ad ogni costo! E questa piaga, che produce violenza e semina sofferenza e morte, esige dalla società nel suo complesso un atto di coraggio.

La produzione e il traffico di droga hanno un impatto distruttivo anche sulla nostra casa comune. Ad esempio, questo è diventato sempre più evidente nel bacino amazzonico.

Un’altra via prioritaria per contrastare l’abuso e il traffico di droghe è quella della prevenzione, che si fa promuovendo maggiore giustizia, educando i giovani ai valori che costruiscono la vita personale e comunitaria, accompagnando chi è in difficoltà e dando speranza nel futuro.

Nei miei viaggi in diverse diocesi e vari Paesi, ho potuto visitare diverse comunità di recupero ispirate dal Vangelo. Esse sono una testimonianza forte e piena di speranza dell’impegno di preti, consacrati e laici di mettere in pratica la parabola del Buon Samaritano. Così pure sono confortato dagli sforzi intrapresi da varie Conferenze episcopali per promuovere legislazioni e politiche giuste riguardo al trattamento delle persone dipendenti dall’uso di droghe e alla prevenzione per fermare questo flagello.

A titolo di esempio, segnalo la rete de La Pastoral Latinoamericana de Acompañamiento y Prevençión de Adicciones (PLAPA). Lo statuto di questa rete riconosce che «la dipendenza da alcol, da sostanze psicoattive e altre forme di dipendenza (pornografia, nuove tecnologie ecc.) … è un problema che ci colpisce indistintamente, al di là delle differenze geografiche, sociali, culturali, religiose e di età. Nonostante le differenze, ... vogliamo organizzarci come una comunità: condividere le esperienze, l’entusiasmo, le difficoltà». [4]

Menziono inoltre i Vescovi dell’Africa Australe, che nel novembre 2023 hanno convocato una riunione sul tema “ Dare potere ai giovani come agenti di pace e speranza”. I rappresentanti dei giovani presenti all’incontro hanno riconosciuto quell’assemblea come una «pietra miliare significativa orientata verso una gioventù sana e attiva in tutta la regione». Hanno inoltre promesso: «Accettiamo il ruolo di ambasciatori e sostenitori della lotta contro l’uso di sostanze stupefacenti. Chiediamo a tutti i giovani di essere sempre empatici gli uni con gli altri». [5]

Cari fratelli e sorelle, di fronte alla tragica situazione della tossicodipendenza di milioni di persone in tutto il mondo, di fronte allo scandalo della produzione e del traffico illecito di tali droghe, «non possiamo essere indifferenti. Il Signore Gesù si è fermato, si è fatto vicino, ha curato le piaghe. Sullo stile della sua prossimità, siamo chiamati anche noi ad agire, a fermarci davanti alle situazioni di fragilità e di dolore, a saper ascoltare il grido della solitudine e dell’angoscia, a chinarci per sollevare e riportare a nuova vita coloro che cadono nella schiavitù della droga». [6] E preghiamo per quei criminali che danno la droga ai giovani: sono criminali, sono assassini! Preghiamo per la loro conversione.

In questa Giornata Mondiale contro la droga, come cristiani e comunità ecclesiali rinnoviamo il nostro impegno di preghiera e di lavoro contro la droga. Grazie!

Papa Francesco