Cronaca Bianca


Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

La Madre di MISERICORDIA

Il centro della parabola del figlio prodigo non è il peccato ma la misericordia di Dio, che possiamo sperimentare anche noi soprattutto con la Confessione. Con questo sacramento noi possiamo come il figlio prodigo incontrare con Cristo il Padre misericordioso. E’ vero che a volte la Confessione è vista più come un tribunale dell’accusa più che una festa del perdono. Senza sottovalutare l’importanza di dire i propri peccati, va ricordato che ciò che è assolutamente centrale nell’ascolto dei peccati è l’abbraccio benedicente del Padre misericordioso. Troppo spesso noi consideriamo prima il peccato e, poi, la grazia. Invece prima c’è il gratuito, misericordioso e prodigo amore di Dio, che accoglie, ricrea. Dio non si ferma davanti al nostro peccato, non indietreggia davanti alla nostre offese, ma ci corre incontro come il Padre misericordioso corse incontro al figlio che con dolore e umiltà tornava a casa.

 

Ma questa riflessione sarebbe ancora parziale, se non pensassimo alla Madre della Misericordia, perché la misericordia è una qualità dell’amore materno. Il Figlio, prodigo=generoso di perdono, è stato da lei generato perché fosse la misericordia dell’umanità. Maria diffonde questa misericordia con amore di Madre e la estende di generazione in generazione, secondo il disegno buono del Padre che l’ha associata intimamente al mistero di Cristo e della Chiesa. Maria è mediatrice di misericordia, rifugio di misericordia, “porta” attraverso la quale il credente si presenta al Giudice divino, che è Figlio della donna di Nazareth e fratello di tutti noi che siamo divenuti suoi figli ai piedi della croce: figli dell’amore misericordioso.

 

Le Vergini consacrate nel mondo sono chiamate a testimoniare questa materna misericordia prendendo la Vergine Maria modello della cooperazione della donna con Dio. Certo, la Vergine di Nazareth ha ricevuto una pienezza di grazia eccezionale per rispondere perfettamente alla missione unica che le è stata affidata. Ma nella sua volontà di considerare la donna come sua prima alleata, Dio accorda a ogni donna la grazia necessaria per adempiere a questo ruolo, di modo che la cooperazione, pur essendo libera e personale, si effettua sempre con le forze ricevute dall’alto.

 

Nel caso di Maria, la cooperazione è di un genere eccezionale, per il fatto che la maternità è verginale. Ma ogni generazione di un essere umano richiede l’azione creatrice di Dio e dunque una cooperazione dei genitori umani con questa azione sovrana. Collaborando con l’onnipotenza divina, la donna riceve da essa la sua maternità. Maternità che nelle Vergini consacrate è spirituale, ma non per questo meno reale e concreta.

 

Il volto della madre, soprattutto di quello che lo è nello Spirito, è un riflesso del volto del Padre, che possiede in lui le caratteristiche proprietà dell’amore paterno e dell’amore materno.                                                                              

Francesco Follo

 

 

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

O Maria, l’Immacolata, la Teotokos,

scelta da tutta l’eternità da Dio stesso, il Creatore,

come “Figlia del tuo Figlio”,

per essergli Madre e darGli un corpo umano!

 

O Maria, l’Immacolata,

mi rivolgo a Te

con le tre parole suggerite da Papa Francesco,

che sono una e ognuna contiene le altre.

 PERMESSO, o meglio in francese, “S’IL TE PLAIT”:

mi metto a Tua disposizione

come Tu ti sei messa a disposizione di Dio

tramite l’angelo Gabriele,

con un grande e definitivo ECCOMI :

SONO L’ANCELLA DEL MIO SIGNORE!

Tu stessa, allo stesso modo, mettimi a disposizione di  Dio,

e sii la mia Madre CASALINGA e BADANTE.

 

  Non posso chiederti PERDONO di tutta la mia vita …

perché alla nascita, in verità, non potevo fare alcun male,

non avendone ancora la capacità.

In seguito però mi sono lasciato prendere e dominare dall’egoismo,

da quel MI SUN MI e … guai a chi mi tocca!

Ti prego, o IMMACOLATA, ricoprimi di MISERICORDIA,

 che è il dono più grande di cui Dio GESU’

ti ha arricchito, prendendo il Suo corpo umano

in Te, “ FIGLIA DEL TUO FIGLIO”.

Perciò in Lui, come Lui, anche Tu sei diventata tutta MISERICORDIA,

per spargerla su ogni uomo/donna

che ha fiducia, come ha fatto Bernadette, 

la quale in tutta semplicità e povertà di spirito è venuta a Te. 

Come guardasti lei, anche oggi qui alla GROTTA,

guardami e accettami;

accettami e proteggimi come la vera BADANTE!

 

In questa GROTTA di Lourdes

dove Bernadette per diciannove volte ti ha incontrata

e nominata ACORE = “Quella Tale”, di cui sapeva ben poco …

oggi, davanti a questa GROTTA ci sono io,

a pochi metri da quell’antro oscuro

dove sei apparsa trasfigurata

e hai parlato a Bernadette.

 

Con quell’acqua ricercata e uscita tra la melma

hai chiesto a lei di lavarsi.

Allora, la ragazza alla gente apparve tutta malconcia  e sporca …

 

Oggi, o MARIA IMMACOLATA,

tutta rivestita della MISERICORDIA di Dio,

“Figlia del tuo Figlio”, ti prego:

 

Fammi capire profondamente che questa GROTTA

assomiglia al mio interno, tutto buchi e antri:

un insieme di sporcizia, di pericoli e combine di ogni specie …

O MARIA, IMMACOLATA CONCEZIONE,  

per la Tua Bontà di CASALINGA e di BADANTE hai voluto cambiare il mio “interno

come la GROTTA di Massabielle

dove, ogni tanto, a tuo piacere, puoi invitare qualsiasi persona

in cerca di pace e di serenità, e Tu con me, nella Luce del Risorto,

puoi assicurare loro quella Luce che è dono di Dio.

 

Lo so, e fammelo capire profondamente,

che ora è tempo non più di pulirsi e purificarsi con l’acqua santa …

ma di lavarsi con la MISECORDIA di DIO PADRE,

di GESU’, tuo FIGLIO.

Per questo Papa Francesco ha indetto il prossimo GIUBILEO della MISERICORDIA

di cui Tu, MARIA IMMACOLATA, sei la GARANTE!

 

 Lavami, purificami e Tu stessa affidami a GESU’,

Tu “FIGLIA DEL TUO FIGLIO”.

Amen e GRAZIE di cuore!

 

Come dice Papa Francesco: “PERMESSO/PERDONO/GRAZIE”,

o meglio

"S’IL TE PLAIT/PERDONO/GRAZIE".     

 

 

Permettimi, Maria, di chiamarti MAMMA CASALINGA,

 perché quello che hai detto a Bernadette

 lo vuoi dire e ripetere ad ognuno di noi qui presente alla GROTTA.

Innanzi tutto accettami come TUTTO TUO, per trovarti

nella casetta di Narareth (Loreto) con Gesù,

mentre stavi preparando quotidianamente il cibo

a Giuseppe e a Gesù, e tenevi  pulita e in ordine la casa.

Tutto era in ordine perché c’eri Tu, La CASALINGA!

Ora, ti prego, prenditi cura di me, come facevi con Gesù a Nazareth:

anch’io, senza alcun merito, col mio Battesimo

sono diventato un altro Gesù.

Con la mia venuta qui a Lourdes, vorrei fare le cose bene,

e rassomigliare a GESU’, il Tuo e mio DIO, nell’Uno e Trino.

So che tu non ti dimenticherai di essere la mia Casalinga,

Per favore fa che io sia in realtà come il tuo Gesù!  

 

Grazie di cuore! E AMEN!

 

Sai, MAMMA CASALINGA che  ho tanto desiderio

 di chiamarti nientemeno che la mia LAVATRICE?!

Sì, perché in me c’è troppo agire alla maniera di una “routine” ;

c’è troppo di umano e quanto mai poco di divino “secondo Gesù!”.

E DIO, il TUTTO,  ti ha scelto come TUTTA SUA,

 affinché in Te possa lavarmi e purificarmi!

 

Una LAVATRICE funziona quando è inserita la corrente …

che è solo e sempre la garanzia della presenza di Gesù vivo in Te e … in me.

Davvero, senza la corrente anche Tu, mia Lavatrice,

non potrai funzionare.

Quindi PER FAVORE tienimi sempre unito ad essa,

quasi in simbiosi coi GESU’ : Dio in me.

Soltanto allora io in Te  -  LAVATRICE funzionante  - 

avrò sempre i miei panni puliti,

e diventerò anch’io IMMACOLATO in Te, l’IMMACOLATA!

 

GRAZIE, MAMMA CASALINGA!

  

MARIA, IMMACOLATA CONCEZIONE,

senza di Te la MISERICORDIA di Dio non funziona!

Fammi capire e obbligami a capire che la MISERICORDIA di Dio

mi vuole a sua disposizione, ma sempre e tramite Te,

perché Dio è ricco in MISERICORDIA

e in ogni FAMIGLIA è la MADRE che fa le pulizie!

 

Tu, Madre della MISERICORDIA, la pulizia la sai fare bene!

non fosse altro perché DIO/IL TUTTO

ha fatto te, e solo Te, IMMACOLATA

… quindi di pulizie te ne intendi bene!

 

Ecco di cosa abbiamo bisogno :

di solidarietà per essere tutt’uno tra noi e Dio!

Allarga il mio cuore e i miei sentimenti, o MARIA:

che siano alla portata di tutti, affinché si realizzi la preghiera di GESU’

CHE TUTTI SIANO UNO,

COME IO E IL PADRE SIAMO UNO”!

Infatti GESU’, il mio e Tuo GESU’ ha detto: “ Qualunque cosa farete

ad uno dei più piccoli, l’avete fatto a me”.

 

MISERICORDIA 

 

Da miliardi di anni, DIO/CREATORE -  sempre Trino e Uno  - 

 ha fatto ogni cosa in un susseguirsi di macrocosmi e microcosmi.

Egli si è sbizzarrito in mille opere, e tutto questo perché?

Per preparare la casa alla sua piccola creatura,

  tra una moltitudine di altre più grandi e più piccole: 

L’UOMO,

che con la sua intelligenza avrebbe potuto dirigere e sottomettere

in qualche modo tutto il CREATO.

In più ha consegnato ad ogni UOMO e DONNA un distintivo spirituale:

 L’ANIMA fatta a SUA IMMAGINE.

  

Ma, ancor prima di creare l’UOMO/DONNA

Egli sapeva come sarebbe andata a finire

e che  la grandezza/bellezza e bontà dei nostri progenitori

  -  ADAMO ed EVA  -

sarebbero andate in rovina per l’EGOISMO distruttore del MALIGNO

che avrebbe procurato ogni male a loro e ai loro discendenti,

disobbedendo agli ordini del CREATORE.

In questo sta la grandezza e magnificenza di Dio che …

non ha mai voluto la morte del peccatore ma che resti in vita!

Fin dal principio, DIO/CREATORE sapeva tutto ciò

e … di prima mano ha preparato la Sua futura MADRE MARIA,

COLEI che avrebbe schiacciato il capo del MALIGNO ingannatore.

L’ha  fatta TUTTA limpida, come un SUO VESTITO PERFETTO,

IMMACOLATA CONCEZIONE,

irresistibile ad ogni attacco del MALIGNO,

“impregnata” di DIO.

 

Da sempre DIO/CREATORE si è “compiaciuto” contemplandosi in MARIA :

il suo CAPOLAVORO.

DIO ha ritenuto che MARIA sarebbe diventata

nientemeno che la SUA "LAVATRICE" :

sarebbe stata LEI in GESU’ a lavare noi peccatori  -  figli di Adamo ed Eva  -

come degli IMMACOLATIZZATI dalla MISERICORDIA DI DIO!

 

Ecco il senso del GIUBILEO della MISERICORDIA :

andare al Dio della MISERICORDIA

passando per l’IMMACOLATA CONCEZIONE.

 

LOURDES è una bella trovata del Padre CELESTE

 per riversare su di noi la SUA MISERICORDIA!

L'Ex

 

La Madonna di Lourdes e San Massimiliano Kolbe
 
 

A LOURDES la Grotta di Massabielle è diventata la  “CASA di MARIA”, per cui LEI vi abita come la “CASALINGA” e ne è la Proprietaria. Per una comparazione(similitudine) è di capitale importanza che io confronti la mia “casa” (la mia grotta, la mia anima) con la  “sacra grotta” della Misericordia di Dio a Lourdes.

 

E’ facile trovare in me quell’insieme di buchi = di mancanze/combine e peccati, che mi “rendono simile” all’originale grotta  di Massabielle. Così sono alla pari con Lourdes.

 

E allora? … Diventa logico che la “CASALINGA” della Grotta di Lourdes sia anche la mia “CASALINGA” …. E che le grazie e l’acqua benedetta che dal 1858 sgorgano a Lourdes … sgorghino anche in me e da me!

Per me, innanzi tutto. Basta che lo voglia e lo sappia vivere … in sintonia con la Grotta di Lourdes.

 L'Ex

 

Ero andato a LOURDES 53 anni fa, con mio fratello padre Valentino, prima di partire per l’Africa dal porto di Marsiglia. In seguito, anche se ne ho avuto l’occasione, non ne ho sentito il bisogno; solo tre mesi fa mi sono deciso di ritornare come pellegrino a MARIA SS. ma IMMACOLATA, Colei che il Padre ha guardato con predilezione.

 

Ho viaggiato con l’UNITALSI e altri 6oo pellegrini delle diocesi di Savona, Belluno e Albenga. Eccomi quindi in treno in uno scompartimento con il vescovo di Savona Vittorio Lupi e due canonici di Genova. Dovevo portare con me tutto il necessario per gli imprevisti: qualche indumento pesante perché a Lourdes, nei Bassi Pirenei, specie di notte fa freddo … non si sa mai. Ed eccomi con due borse zeppe, con tanto di scarponi … non si sa mai! In realtà i miei compagni di valigie ne avevano una sola; ed io … povero frate cappuccino, ben due.

 

Parlavo sottovoce; meno male che nessuno esteriormente notava la mia fatica per masticare e deglutire, e difficilmente se ne accorgeva, mentre facevo un po’ di sforzi per sembrare “normale” e all’altezza dei tempi! In treno la mia cuccetta era quella centrale; gli altri tre hanno preferito così vedendo la mia veneranda età.

 

Il treno proseguiva in maniera discontinua, a scossoni; peccato che il finestrino dietro la mia testa era mezzo aperto e non si poteva chiudere bene… La tendina poi sventolava ed io essendo in maglietta mi trovavo in una difficile situazione. Desideroso di farmi qualche merito, con una mano, in posizione scomoda, cercavo di tener ferma la tendina: cosicché almeno gli altri tre avessero meno vento e meno freddo notturno.  Ho tenuto duro per un po’ di tempo ed infine, nella semi oscurità, mi sono alzato a prendere da una valigia un maglione, che è stato mio caro amico!

 

Finalmente siamo arrivati a Lourdes, al grande albergo “Salus Infirmorum”, dove mi è stata assegnata la camera 502, al quinto piano. In questo reparto le camere sono senza chiave.  E in seguito seppi la ragione: il piano quinto era quello da sempre designato a chi si fosse ammalato improvvisamente.

 

“NON GIUDICARE E NON SARETE GIUDICATI”

 

Abituato ad alzarmi di buon mattino, alle ore 6 sono andato alla GROTTA. Il cielo era scuro ma molti lampioni illuminavano bene la strada e i 300 metri per arrivare alla GROTTA li ho fatti da solo; ma nelle panche c’erano già dei pellegrini. Tutto è bene illuminato. A destra in alto, a 7-8 metri, ecco la nicchia dov’era apparsa la Vergine a Bernadette; verso il centro un grande lucerniere con tante candele accese in sette centri concentrici; in mezzo un piccolo altare e a sinistra almeno due antri oscuri.

 

Mi metto ad osservare tutto e a pronunciare sommessamente qualche preghiera. In continuità arriva gente a gruppetti. Mentre sulle panche si sente recitare il Rosario altri, un po’ disordinatamente, toccano la parete che ricorda la Grotta e nello stesso tempo altri in coppia si prendono la foto con il “tablet” in maniera che sullo sfondo rimanga anche la Madonna e il lucerniere …

 

“NON GIUDICARE E NON SARETE GIUDICATI”

 

A lungo ho osservato tutto nell’insieme e nei particolari … con una preghiera a pezzi o meglio a “singhiozzo”. In quell’ora alla GROTTA, quanti giudizi e osservazioni ho fatto … ma anche quante preghiere ho biascicato.

 

Il secondo giorno sono andato alla GROTTA alle cinque e mezzo e vi sono rimasto per un lungo tempo. Allora mi  sembra di essere stato veramente orante per me e per tutti quelli che mi hanno chiesto di intercedere per loro.

 

Ancora all’alba, nella semi oscurità, sono andato nella vicina chiesa di Sta Bernadette. Vi entro solitario e mi siedo verso la metà, osservando il tutto. Davanti a me ci sono due porte che hanno sopra una luce rossa accesa; penso, di sicuro saranno due confessionali e, facilmente ci saranno due sacerdoti in attesa… Invece all’improvviso una porta si apre ed escono 25 persone circa e si dirigono all’uscita; dai loro bisbigli mi sembrano polacchi.

 

Finalmente ho capito che quelle due porte chiuse portavano alla cappella dell’Adorazione del SS. mo. Poco dopo entro, sempre solitario e così posso fare una vera preghiera. Siamo in due con Lui: mi immedesimo con Lui. Grazie, mio Dio.

 

Dopo una decina di minuti, all’improvviso il mio cellulare suona … eppure credevo di averlo spendo. “Pronto…” E’ una signora di Andora che era passata da Savona e si era “innamorata” delle piante grasse… La mia solitudine si è rotta perché … ben nascosto e chissà da dove, salta fuori il sagrestano, fulminandomi che in chiesa si devono tenere i cellulari spenti ...”D’accord, excuse-moi et pardon!” Il bello è che allora in quella chiesa ero assolutamente solo senza alcun altro pellegrino … Nella solitudine pensante e orante mi è saltato sopra un finimondo.

 

… anche qui “NON GIUDICATE E NON SARETE GIUDICATI!”

 

Nel mio pellegrinare, tra un via vai di gente, mi viene incontro una signora tutta “agitata”, molto emozionata; mi spiega che cosa le è successo mentre era a fare il bagno alla piscina: “Io vi sono andata per qualche cisti che avevo nel collo … ma mi ha fortemente shoccato vedere una giovane donna, tutta malandata … serena e sorridente!”. Vedendola così serena mi son detta: “Quanto sono stupida a restare chiusa nel mio male”.

 

Ancora strada facendo vedo sorpassarmi una specie di gigante (sarà stato almeno un palmo più alto di me). Si muoveva un po’ impacciato, quasi indolenzito. Sarà stato sulla settantina. Conoscendo bene l’Africa, gli rivolgo qualche frase in francese e mi risponde gentilmente di essere della Costa d’Avorio. Essendo stato per varie volte di passaggio sulla nave, proprio lì parliamo dei nostri due Paesi: il Centrafrica e la Costa D’Avorio. Lo vedo rasserenato e quasi meravigliato di sentirci alla pari… avendolo pregato di darmi del tu. Mi confida che è venuto in visita a pregare la Vergine Maria e che ora abita a Parigi; suo nonno era un catechista dei primi missionari, e suo padre, anche lui, era catechista. Lui faceva il chierichetto per servire la Messa. Essendo sulla settantina, suo nonno è vissuto almeno 130 anni fa, di conseguenza non può essere stato uno dei primi catechisti della Chiesa Cattolica. Questo signore, dal nome Serafino, a un dato momento mi presenta un fagotto pieno di medicine che aveva comperato i mi chiede di benedirle. Infine mi domanda se posso dargli il sacramento dei malati … Gli rispondo di farne richiesta nella parrocchia dove abita e che troverà sempre una risposta adeguata. Ci siamo lasciati.

 

“NON GIUDICATE E NON SARETE GIUDICATI!”

 

Ecco giunto il momento di dire il perché ho messo come “titolo” di questi fatterelli vissuti a LOURDES “Non giudicate e non sarete giudicati!”. Sono stato cinque giorni a LOURDES e tutto mi si è impresso nell’anima … ma non tutto nella stesa maniera! Non devo dimenticare che come davanti a un fatto, una situazione, io “giudico e mi confronto” … anche gli altri davanti a me, senza farsene troppo accorgere si confrontano e mi giudicano! Da tre mesi sono in cura per i denti e devo cibarmi di “”pappette”. Di conseguenza per i pasti giornalieri mi trovavo a tavola “di nascosto” al “self service”, cosicché di “confronto” con gli altri ce n’era poco. Questo è stato un male e un bene spiritualmente. Osservavo gli altri e li giudicavo alla mia maniera … Durante la giornata passeggiavo da solo col mio abito cappuccino e la mia berretta sul capo; anche loro  -  gli altri  - che mi guardavano con tanto di occhi aperti, si interrogavano: “Chi è questo tale quasi extra terrestre … mentre noi preghiamo e ci mettiamo in ginocchio ad ogni Stazione della Via Crucis … lui fa un semplice inchino e scatta foto …”

 

Sì! “Non giudicate e non sarete giudicati!”: fa bene, specie per se stessi! Chissà che sia anche solo per questo che il Buon Dio mi ha messo in mente di partecipare a questo Pellegrinaggio dell’UNITALSI? Ora, ripensandoci bene a quel gigante Africano della Costa d’Avorio, avrei potuto ascoltarlo un po’ più a lungo, perché mi sembrava in attesa di qualcosa di più; anche se lasciandoci, mi ripeteva che era proprio contento di avermi incontrato.

 

L’Ex

 

 


Documenti allegati

 Maria Immacolata!
 Ave Maria, splendore del mattino
 Pensieri su Maria
 MARIA
 Essere Maria

 

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Messaggio Cristiano
INCONTRO CON GLI STUDENTI IN OCCASIONE DEL GIUBILEO DEL MONDO EDUCATIVO - Aula Paolo VI, 30 ottobre 2025

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,
La pace sia con voi!

Cari ragazzi, care ragazze, buongiorno!

Che gioia incontrarvi! Grazie a voi! Ho atteso questo momento con grande emozione: la vostra compagnia, infatti, mi fa ricordare gli anni nei quali insegnavo matematica a giovani vivaci come voi. Vi ringrazio per aver risposto così, per essere qui oggi, per condividere le riflessioni e le speranze che, attraverso di voi, consegno ai nostri amici sparsi in tutto il mondo.

Vorrei cominciare ricordando Pier Giorgio Frassati, uno studente italiano che, come sapete, è stato canonizzato durante quest’anno giubilare. Col suo animo appassionato per Dio e per il prossimo, questo giovane santo coniò due frasi che ripeteva spesso, quasi come un motto, lui diceva: “Vivere senza fede non è vivere, ma vivacchiare” e ancora: “Verso l’alto”. Sono affermazioni molto vere e incoraggianti. Anche a voi, perciò, dico: abbiate l’audacia di vivere in pienezza. Non accontentatevi delle apparenze o delle mode: un’esistenza appiattita su quel che passa non ci soddisfa mai. Invece, ognuno dica nel proprio cuore: “Sogno di più, Signore, ho voglia di più: ispirami tu!”. Questo desiderio è la vostra forza ed esprime bene l’impegno di giovani che progettano una società migliore, della quale non accettano di restare spettatori. Vi incoraggio, perciò, a tendere costantemente “verso l’alto”, accendendo il faro della speranza nelle ore buie della storia. Come sarebbe bello se un giorno la vostra generazione fosse riconosciuta come la “generazione plus”, ricordata per la marcia in più che saprete dare alla Chiesa e al mondo.

Questo, cari ragazzi, non può rimanere il sogno di una persona sola: uniamoci allora per realizzarlo, testimoniando insieme la gioia di credere in Gesù Cristo. Come possiamo riuscirci? La risposta è essenziale: attraverso l’educazione, uno degli strumenti più belli e potenti per cambiare il mondo.

L’amato Papa Francesco, cinque anni fa, ha lanciato il grande progetto del Patto Educativo Globale, e cioè un’alleanza di tutti coloro che, a vario titolo, lavorano nell’ambito dell’educazione e della cultura, per coinvolgere le giovani generazioni in una fraternità universale. Voi, infatti, non siete solo destinatari dell’educazione, ma i suoi protagonisti. Perciò oggi vi chiedo di allearvi per aprire una nuova stagione educativa, nella quale tutti — giovani e adulti — diventiamo credibili testimoni di verità e di pace. Per questo vi dico: siete chiamati a essere truth-speakers e peace-makers, persone di parola e costruttori di pace. Coinvolgete i vostri coetanei nella ricerca della verità e nella coltivazione della pace, esprimendo queste due passioni con la vostra vita, con le parole e con i gesti quotidiani.

In proposito, all’esempio di san Pier Giorgio Frassati unisco una riflessione di san John Henry Newman, un santo studioso, che presto sarà proclamato Dottore della Chiesa. Egli diceva che il sapere si moltiplica quando viene condiviso e che è nella conversazione delle menti che si accende la fiamma della verità. Così la vera pace nasce quando tante vite, come stelle, si uniscono e formano un disegno. Insieme possiamo formare costellazioni educative, che orientano il cammino futuro.

Da ex professore di matematica e fisica, permettetemi di fare con voi qualche calcolo. Avrete l’esame di matematica tra poco forse? Vediamo… Sapete quante stelle ci sono nell’universo osservabile? È un numero impressionante e meraviglioso: un sestilione di stelle – un 1 seguito da 21 zeri! Se le dividessimo tra gli 8 miliardi di abitanti della Terra, ogni uomo avrebbe per sé centinaia di miliardi di stelle. Ad occhio nudo, nelle notti limpide, possiamo scorgerne circa cinquemila. Anche se le stelle sono miliardi di miliardi, vediamo solo le costellazioni più vicine: queste però ci indicano una direzione, come quando si naviga per mare.

Da sempre i viaggiatori hanno trovato la rotta nelle stelle. I marinai seguivano la Stella Polare; i Polinesiani attraversavano l’oceano memorizzando mappe stellari. Secondo i contadini delle Ande, che ho incontrato da missionario in Perù, il cielo è un libro aperto che segna le stagioni della semina, della tosatura, dei cicli della vita. Persino i Magi hanno seguito una stella per arrivare a Betlemme ad adorare Gesù Bambino.

Come loro, anche voi avete stelle-guida: i genitori, gli insegnanti, i sacerdoti, i buoni amici, bussole per non perdervi nelle vicende liete e tristi della vita. Come loro, siete chiamati a diventare a vostra volta luminosi testimoni per chi vi sta accanto. Ma, come dicevo, una stella da sola resta un punto isolato. Quando si unisce alle altre, invece, forma una costellazione, come la Croce del Sud. Così siete voi: ognuno è una stella, e insieme siete chiamati a orientare il futuro. L’educazione unisce le persone in comunità vive e organizza le idee in costellazioni di senso. Come scrive il profeta Daniele, «quelli che avranno insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle in eterno» (Dn 12,3): che meraviglia: siamo stelle, sì, perché siamo scintille di Dio. Educare significa coltivare questo dono.

L’educazione, infatti, ci insegna a guardare in alto, sempre più in alto. Quando Galileo Galilei puntò il cannocchiale al cielo, scoprì mondi nuovi: le lune di Giove, le montagne della Luna. Così è l’educazione: un cannocchiale che vi permette di guardare oltre, di scoprire ciò che da soli non vedreste. Non fermatevi, allora, a guardare lo smartphone e i suoi velocissimi frammenti d’immagini: guardate al Cielo, guardate verso l’alto.

Cari giovani, voi stessi avete suggerito la prima delle nuove sfide che ci impegnano nel nostro Patto Educativo Globale, esprimendo un desiderio forte e chiaro; avete detto: “Aiutateci nell’educazione alla vita interiore.” Sono rimasto veramente colpito da questa richiesta. Non basta avere grande scienza, se poi non sappiamo chi siamo e qual è il senso della vita. Senza silenzio, senza ascolto, senza preghiera, perfino le stelle si spengono. Possiamo conoscere molto del mondo e ignorare il nostro cuore: anche a voi sarà capitato di percepire quella sensazione di vuoto, di inquietudine che non lascia in pace. Nei casi più gravi, assistiamo a episodi di disagio, violenza, bullismo, sopraffazione, persino a giovani che si isolano e non vogliono più rapportarsi con gli altri. Penso che dietro a queste sofferenze ci sia anche il vuoto scavato da una società incapace di educare la dimensione spirituale, non solo tecnica, sociale e morale della persona umana.

Da giovane, sant’Agostino era un ragazzo brillante, ma profondamente insoddisfatto, come leggiamo nella sua autobiografia, Le Confessioni. Egli cercava dappertutto, tra carriera e piaceri, e ne combinava di tutti i colori, senza però trovare né verità né pace. Finché non ha scoperto Dio nel proprio cuore, scrivendo una frase densissima, che vale per tutti noi: «Il mio cuore è inquieto finché non riposa in Te». Ecco allora che cosa significa educare alla vita interiore: ascoltare la nostra inquietudine, non fuggirla né ingozzarla con ciò che non sazia. Il nostro desiderio d’infinito è la bussola che ci dice: “Non accontentarti, sei fatto per qualcosa di più grande”, “non vivacchiare, ma vivi”.

La seconda delle nuove sfide educative è un impegno che ci tocca ogni giorno e del quale voi siete maestri: l’educazione al digitale. Ci vivete dentro, e non è un male: ci sono opportunità enormi di studio e comunicazione. Non lasciate però che sia l’algoritmo a scrivere la vostra storia! Siate voi gli autori: usate con saggezza la tecnologia, ma non lasciate che la tecnologia usi voi.

Anche l’intelligenza artificiale è una grande novità – una delle rerum novarum, cioè delle cose nuove – del nostro tempo: non basta tuttavia essere “intelligenti” nella realtà virtuale, ma bisogna essere umani con gli altri, coltivando un’intelligenza emotiva, spirituale, sociale, ecologica. Perciò vi dico: educatevi ad umanizzare il digitale, costruendolo come uno spazio di fraternità e di creatività, non una gabbia dove rinchiudervi, non una dipendenza o una fuga. Anziché turisti della rete, siate profeti nel mondo digitale!

A questo riguardo, abbiamo davanti un attualissimo esempio di santità: San Carlo Acutis. Un ragazzo che non si è fatto schiavo della rete, usandola invece con abilità per il bene. San Carlo unì la sua bella fede alla passione per l’informatica, creando un sito sui miracoli eucaristici, e facendo così di Internet uno strumento per evangelizzare. La sua iniziativa ci insegna che il digitale è educativo quando non ci rinchiude in noi stessi, ma ci apre agli altri: quando non ti mette al centro, ma ti concentra su Dio e sugli altri.

Carissimi, arriviamo infine alla terza nuova grande sfida che oggi vi affido e che sta al cuore del nuovo Patto Educativo Globale: la educazione alla pace. Vedete bene quanto il nostro futuro venga minacciato dalla guerra e dall’odio che dividono i popoli. Questo futuro può essere cambiato? Certamente! Come? Con un’educazione alla pace disarmata e disarmante. Non basta, infatti, far tacere le armi: occorre disarmare i cuori, rinunciando a ogni violenza e volgarità. In tal modo, un’educazione disarmante e disarmata crea uguaglianza e crescita per tutti, riconoscendo l’uguale dignità di ogni ragazzo e ragazza, senza mai dividere i giovani tra pochi privilegiati che hanno accesso a scuole costosissime e tanti che non accesso all’educazione. Con grande fiducia in voi, vi invito a essere operatori di pace anzitutto lì dove vivete, in famiglia, a scuola, nello sport e tra gli amici, andando incontro a chi proviene da un’altra cultura.

Per concludere, carissimi, il vostro sguardo non sia rivolto alle stelle cadenti, cui si affidano desideri fragili. Guardate ancora più verso l’alto, verso Gesù Cristo, «il sole di giustizia» (cfr Lc 1,78), che vi guiderà sempre nei sentieri della vita.

LEONE XIV