II Ro­sario, proprio a partire dall'esperienza di Maria, è una preghiera spiccatamente contemplativa. II Rosario, basato sulla ripetizione, presuppone una fede viva ed un amore sincero a Cristo Redentore ed alla Vergine Maria. E’ un metodo per con­templare.

 

Come nasce la preghiera del Rosario? Essa s'inserisce in quel rigoglioso rifiorire in manifestazio­ni nuove della devozione verso la Vergine, nei suoi a­spetti più popolari, che è caratteristico già sul finire del secolo XII; vi contribuirono largamente i Cistercensi e poi, sin dal principio del secolo seguente, i grandi Or­dini mendicanti nelle loro strenue lotte contro le ere­sie. Per la più facile e diligente recitazione si adottò la corona, che era già in uso per devozioni consimili. Ben presto si introdusse in tale recitazione il ricordo dei Mi­steri della vita di Maria e di Gesù. San Domenico ed i suoi frati, predicatori popolari per missione, non po­tevano rimanere estranei a questo movimento, ma non è facile determinare sotto quale forma precisa lo ab­biano sul principio praticato e diffuso. Una sanzione, si può dire ufficiale, si ebbe quando san Pio V rese fissa ed uniforme la formula dell'Ave Maria.

 

Negli anni turbolenti del post-concilio, si assistette purtroppo ad una certa crisi di questa preghiera che, nel contesto storico e teologico di quegli anni, rischiò di essere a torto sminuita nel suo valore e perciò scarsamente proposta alle nuove generazioni. C'era chi pensava che la centralità della Liturgia, giustamente sottolineata dal Concilio Ecumenico Vaticano II, avesse come necessaria conseguenza una diminuzione dell'importanza del Rosario. In realtà, come precisò il beato Paolo VI, questa preghiera non solo non si oppone alla Liturgia, ma le fa da supporto, giacché ben la introduce e la riecheggia, consentendo di viverla con pienezza di partecipazione interiore, raccogliendone frutti nella vita quotidiana.

 

Forse c'è anche chi teme che essa possa risultare poco ecumenica, per il suo carattere spiccatamente mariano. In realtà, essa si pone nel più limpido orizzonte di un culto alla Madre di Dio, quale il Concilio l'ha delineato: un culto orientato al centro cristologico della fede cristiana, in modo che « quando è onorata la Madre, il Figlio sia debitamente conosciuto, amato, glorificato.

 

Il motivo più importante per riproporre con forza la pratica del Rosario è il fatto che esso costituisce un mezzo validissimo per favorire tra i fedeli un impegno di contemplazione del mistero cristiano come vera e propria 'pedagogia della santità', un cristianesimo che si distingua innanzitutto nell'arte della preghiera.

 

Il Rosario – ripetiamo- si pone nella migliore e più collaudata tradizione della contemplazione cristiana. Sviluppatosi in Occidente, esso è preghiera tipicamente meditativa e corrisponde, in qualche modo, alla “preghiera del cuore” tipica dell'Oriente cristiano.

 

Alle critiche di chi definisce il Rosario una preghiera per illetterati, per persone semplici che non sono ancora salite alle vette sublimi della spiritualità, per vecchiette ignoranti, rispondeva già anni fa padre Vincent McNabb. Il domenicano irlandese amico di G.K. Chesterton di cui abbiamo già accennato nelle voci di questo Dizionario della Fede. Mc Nabb affermava  che il Rosario era il modo più sicuro per essere in unione con Dio attraverso la preghiera mentale. Nella sua personale esperienza aveva incontrato la fede profonda di tanti fedeli cui era stato insegnato a pregare Dio attraverso la Beata Vergine. "La maggior parte dei contemplativi che ho incontrato sono nel mondo,- disse-  e questi hanno trovato l'unione con Dio attraverso il Rosario." La devozione al Santo Rosario, a suo parere, avrebbe dovuto  essere fondamentale per una vita di preghiera autentica: "L'Incarnazione è il centro di tutta la nostra vita spirituale. Uno dei mezzi con i quali si può farla diventare tale è il Santo Rosario. Non vi è modo di arrivare a una realizzazione di questo grande mistero pari a quella di dire il rosario. Niente potrà avere così effetto sull’animo come andare oltre, abitare nel pensiero un piccolo spazio ogni giorno, a Betlemme, sul Golgota, sul monte dell'Ascensione."

 

Il Rosario, insomma, come un mezzo per stare il più possibile vicini a Gesù e Maria, e al loro amore che ci cambia la vita.

 

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