Martedì 8 Ottobre 2024
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Vademecum

Crocifisso

VADEMECUM

Al lettore

 

          Dopo dieci anni, l´opuscolo BENABE, che si è dato da fare ed é cresciuto "in umanità e saggezza", facendo contente tante persone, ha lasciato il posto al VADEMECUM, come un "lasciapassare  e un salvacondotto", per ricordare che, finché siamo su questa terra, per mantenerci cristiani viventi, dobbiamo stare sempre più vicino al Cristo "senza braccia", bene presentato nell'ultimo numero, il 72.

 

          Ora il VADEMECUM é nel Sito alla portata di tutti. Cerchiamo di approfondirlo poco per volta, gustandolo nella nostra vita ...

 

          Buona lettura e grazie ad ogni lettore

 

L'Ex

 

L´angolo del SILENZIO

 

          Che qui, dai Cappuccini di Savona, ci sia un´esposizione assortita di piante grasse, la voce si é sparsa da tanto tempo ... Tutti sanno pure che qui da tempo ha il suo laboratorio in ceramica l'artista GIAN GENTA, che l'anno scorso ha partecipato alla Biennale di Venezia, invitato dall'amico Vittorio Sgarbi, supervisore degli artisti italiani.

 

         A lui l'Ex ha chiesto di fare un´opera in ceramica raffigurante Cristo sofferente sulla Croce. Ora il capolavoro é stato inaugurato in data 12 Maggio 2013, alla presenza di tanta gente, fra cui numerosi artisti.

 

          La scultura rappresenta un "torso d'uomo senza braccia" ... quanto mai "parlante" per chi vuole ascoltare la sua voce.  L'Autore stesso ne presenta le motivazioni: 

 

Il Crocifisso senza braccia, perché ogni volta che usciremo dal convento ci dovremo ricordare che Cristo ha bisogno delle nostre braccia per fare quello che abbiamo ascoltato nella sua Parola.

 

Il Crocifisso senza braccia, perché è l'icona perfetta della nostra impotenza, del "grado zero" dell'esistenza, che diciamo nostra perché ad essa apparteniamo.

 

Il Crocifisso senza braccia, perché ci ricordi che siamo noi le braccia di Dio nel mondo.

 

 Il Crocifisso senza braccia, perché non sono le braccia che lo tengono legato alla Croce, ma l´amore donato e sofferto per noi. 

 

          Davanti a Gesù, in questa estrema posizione e situazione, non sapevo di essere così importante per LUI, tanto da poter affermare in tutta sicurezza: finalmente ecco uno che mi capisce ... e  mi assomiglia! 

 

         Penso che si debba andare vicino al Crocifisso in silenzio, con il cuore da bambini ... da abbandonati ... da pezzenti  ... da persone "senza appoggio" … da falliti ...

 

          E tu che ti avvicini a Lui, non darti alcuna ragione né alcuna scusa, perché non ne hai! GuardaLo attentamente: non ha nulla di bello né di attraente ... Sembra che ti sussurri: "In quel Venerdì Santo anche tu eri tra i miei crocifissori, anche tu mi hai spinto, schiaffeggiato ... rotto la mandibola della mia bocca! So bene chi sei ... taci per favore ... Adesso impara ad accettarmi così  come sono, anche se ti viene voglia di fuggire,  perché ti faccio pena ... Tu fai ribrezzo più di me con le tue malefatte e combine ... però io ho accettato di pagare a nome tuo e di farti "nuovo".

 

         Alle 2 di notte, riflettendo sul Crocifisso senza braccia, ho pensato: "E´ brutto. Non ha una forma presentabile ... Ha gli occhi socchiusi". Mi sembrava però che Lui mi dicesse: "Mi sono ridotto così per darti "forma". Mi sono fatto cieco perché tu veda; mi sono sbilanciato, perché tu ritrovassi la dovuta sicurezza. Mi sono ridotto ad uno straccio, per darti un bel vestito ... Scusami se non ti guardo bene negli occhi, essendo tumefatti … Ho perduto tutto per te!  Non ho niente di bello né di amabile, sono diventato un nulla, quasi insensato! Proprio e solo per te!  

 

         Ma non mi sono dimenticato di te, delle tue incomprensioni, fallimenti e sofferenze!  Adesso, cerca di cogliere questa opportunità.   Basta che tu, nel tuo intimo mi dica "voglio ricominciare!" e Io ti risponderò: non ne parliamo più, perché il passato é passato. Ora cambia "vestito" e mostra a tutti che sei "nuovo". Allora, solo allora ti dirò: "Grazie!", e sarò tanto felice di averti dato la felicità con la mia passione e morte! 

 

          Accettami però così come sono: tale e quale ho accettato te così come sei!

 

          Sapessi quanto ti capisco! Proprio quando gli altri non ti capiscono.

 

          Mi sono fatto te perché infine tu diventassi Me. 

 

Dimmi di sì, per favore ... e grazie del tuo silenzio!".

 

L´Ex

 


Documenti allegati

 Vademecum pg 1-4
 Vademecum pg 5-8
 Vademecum pg 9-12
 Vademecum pg 13-16
 Vademecum pg 17-20
 Vademecum pg 21-24

 

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Messaggio Cristiano
UDIENZA GENERALE Piazza San Pietro - Mercoledì, 25 settembre 2024

Ciclo di Catechesi. Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza. 7. Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto. Lo Spirito Santo nostro alleato nella lotta contro lo spirito del male

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Subito dopo il suo battesimo nel Giordano, Gesù «fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo» (Mt 4,1) – così dice il Vangelo di Matteo. L’iniziativa non è di satana, ma di Dio. Andando nel deserto, Gesù obbedisce a una ispirazione dello Spirito Santo, non cade in un tranello del nemico, no! Una volta superata la prova, Egli - è scritto - tornò in Galilea «con la potenza dello Spirito Santo» (Lc 4,14).

Gesù, nel deserto, si è liberato di satana e ora può liberare da satana. È quello che gli Evangelisti mettono in luce con le numerose storie di liberazione di ossessi. Dice Gesù ai suoi oppositori: «Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è giunto fra voi il regno di Dio» (Mt 12,27).

Oggi assistiamo a uno strano fenomeno riguardo al demonio. A un certo livello culturale, si ritiene che semplicemente non esista. Sarebbe un simbolo dell’inconscio collettivo, o dell’alienazione, insomma una metafora. Ma «la più grande astuzia del demonio è far credere che non esiste», come ha scritto qualcuno (Charles Baudelaire). È astuto: lui ci fa credere che non esiste e così domina tutto. È furbo. Eppure il nostro mondo tecnologico e secolarizzato pullula di maghi, di occultismo, spiritismo, astrologi, venditori di fatture e di amuleti, e purtroppo di sette sataniche vere e proprie. Scacciato dalla porta, il diavolo è rientrato, si direbbe, dalla finestra. Scacciato dalla fede, rientra con la superstizione. E se tu sei superstizioso, incoscientemente stai dialogando con il diavolo. Con il diavolo non si dialoga.

La prova più forte dell’esistenza di satana non si ha nei peccatori o negli ossessi, ma nei santi! “E come mai, Padre?”. Sì, è vero che il demonio è presente e operante in certe forme estreme e “disumane” di male e di cattiveria che vediamo intorno a noi. Ma per questa via, però, è praticamente impossibile giungere, nei casi singoli, alla certezza che si tratta proprio di lui, dato che non possiamo conoscere con precisione dove finisce la sua azione e inizia il nostro proprio male. Per questo la Chiesa è assai prudente e rigorosa nell’esercizio dell’esorcismo, a differenza di ciò che avviene, purtroppo, in certi film!

È nella vita dei santi, proprio lì, che il demonio è costretto a venire allo scoperto, a mettersi “contro luce”. Chi più chi meno, tutti i santi, tutti i grandi credenti, testimoniano della loro lotta con questa oscura realtà, e non si può onestamente supporre che fossero tutti degli illusi o semplici vittime dei pregiudizi del loro tempo.

La battaglia contro lo spirito del male si vince come la vinse Gesù nel deserto: a colpi di parola di Dio. Vedete che Gesù non dialoga con il demonio, mai ha dialogato con il demonio. O lo caccia via, o lo condanna, ma mai dialoga. E nel deserto risponde non con la sua parola, ma con la parola di Dio. Fratelli, sorelle, mai dialogare con il diavolo! Quando viene con le tentazioni: “ma, sarebbe bello questo, sarebbe bello quell’altro”, fermati! Alza il tuo cuore al Signore, prega la Madonna e caccialo via, come Gesù ci ha insegnato a cacciarlo via. “ San Pietro suggerisce anche un altro mezzo, di cui Gesù non aveva bisogno ma noi sì, la vigilanza: «Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare» (1 Pt 5,8). E San Paolo ci dice: «Non date occasione al diavolo» (Ef 4,27).

Dopo che Cristo, sulla croce, ha sconfitto per sempre il potere del «principe di questo mondo» ( Gv 12,31), il demonio – diceva un Padre della Chiesa – «è legato, come un cane alla catena; non può mordere nessuno, se non chi, sfidando il pericolo, gli va vicino... Può latrare, può sollecitare, ma non può mordere, se non chi lo vuole» [1]. Se tu sei uno scemo e vai dal diavolo e dici: “Ah, come stai?”, ti rovina. Il diavolo? A distanza! Con il diavolo non si dialoga. Lo si caccia via. Distanza. E tutti noi, tutti, abbiamo esperienza di come il diavolo si avvicina con qualche tentazione, sui dieci comandamenti. Quando noi sentiamo questo, fermi, distanza! Non avvicinarsi al cane legato alla catena.

La tecnologia moderna, ad esempio, oltre a tante risorse positive che vanno apprezzate, offre anche innumerevoli mezzi per “dare occasione al diavolo”, e molti vi cadono. Pensiamo alla pornografia in rete, dietro la quale c’è un mercato fiorentissimo, lo sappiamo tutti. È il diavolo che lavora, lì. È questo un fenomeno assai diffuso, da cui i cristiani devono però ben guardarsi e che devono rigettare con forza. Perché qualsiasi telefonino ha accesso a questa brutalità, a questo linguaggio del demonio: la pornografia in rete.

La consapevolezza dell’azione del diavolo nella storia non deve scoraggiarci. Il pensiero finale deve essere, anche in questo caso, di fiducia e di sicurezza: “Sono con il Signore, vattene via”. Cristo ha vinto il demonio e ci ha donato lo Spirito Santo per fare nostra la sua vittoria. La stessa azione del nemico può volgersi in nostro vantaggio, se con l’aiuto di Dio la facciamo servire alla nostra purificazione. Chiediamo perciò allo Spirito Santo, con le parole dell’inno Veni Creator:

«Allontana da noi il nemico
e donaci presto la pace.
Con Te che ci fai da guida
eviteremo ogni male».

State attenti, che il diavolo è furbo. Ma noi cristiani, con la grazia di Dio, siamo più furbi di lui. Grazie.

Papa Francesco