Venerdì 26 Dicembre 2025


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I Cappuccini


I frati Cappuccini in missione nella Repubblica Centrafricana

E se tuo figlio ti chiedesse di diventare frate?

 

I frati Cappuccini in missione nella Repubblica Centrafricana

 

Una difficile missione in uno dei Paesi più complessi e destabilizzati al mondo: la Repubblica Centrafricana. E' quella che portano avanti frati Cappuccini del Centro Missioni Estere del convento di San Bernardino a Genova.



AVAMPOSTO VERSO IL CAMEROUN

 

Da 37 anni, nella diocesi di Bouar, i francescani portano aiuti e la parola di Dio a gente poverissimi e in che vive in condizioni difficile. La Repubblica Centrafricana è perennemente soffocata da guerre civili, scontri tribali, mancanza di viveri. Il Vescovo attuale è il frate Cappuccino Mons. Armando Gianni, che copre due Prefetture: Nana-Mambere ed Ouham-Pende, Per la sua posizione strategica, al confine del Cameroun e del Ciad, Bouar è, ancora oggi, sede di un importante distaccamento militare.



 

L'IMPORTANZA DELLA CHIESA

 

A parte la grande strada nazionale che collega Bouar al Cameroun, le strade sono molte deficitarie, le piste sono sovente impraticabili specie nella stagione delle piogge. La realtà locale è rappresentata principalmente dalle Parrocchie. La Diocesi di Bouar può contare su 12 parrocchie. In più ci sono due scuole di catechisti (a Bokaranga e Ngaoundaye), un Collegio Femminile e tre seminari.



 

IL CENTRO AGRICOLO

 

In questo contesto i frati sono riusciti a compiere dei veri e propri miracoli. Frate Francesco Roncallo è il responsabile del Centro agricolo di Ngaoundaye: questo centro esiste da quasi 50 anni. Un miracolo in Africa, dove tutte le iniziative di questo genere hanno breve durata. Le sue tappe: coltivazione cotone e miglio; trazione animale e scuola agricola; allevamento maiali e galline, bovini ovini; coltivazione riso e soya; vivai ed alberi da frutta.



 

CULTURA E FORMAZIONE

 

Importante è l'impegno nei centri culturali e di formazione. Al Centro culturale St. Kisito a Bouar si fanno formazione delle donne; corsi d’alfabetizzazione; sessioni di cultura generale; film e televisione satellitare; biblioteca giovani e libri scolastici per i liceali.  Responsabili sono Rappael e Beatrice e studenti di St. Laurent.



ANNESSI ALLE PARROCCHIE

 

Al Centro culturale Parrocchia Bokaranga sono biblioteca, sala lettura e studio; sessione diritti dell’uomo, films e televisione satellitare e se ne occupano Padre Cipriano e Suor Emma. Al Centro culturale Ndim parrocchia ci sono biblioteca; sessioni formazione giovani, specialmente attività manuali (tegole, agricoltura); attività sportive. Il responsabile è Padre Georges.



 

TRA SPORT E FALEGNAMERIA

 

A questi si aggiungono un centro formazione informale a Ngaounday con biblioteca, sala di lettura e studio per liceali; tv e attività sportive. E ancora un Centro giovani a Mann con sessioni di vario genere per la gioventù del settore, per i catechisti ed i vari movimenti ecclesiali. E infine il Centro artigianale di Bokaranga dove sono formati annualmente una ventina di allievi alla falegnameria. 

 


Gelsomino Del Guercio



 

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Messaggio Cristiano
UDIENZA GENERALE, Piazza San Pietro, 17 Dicembre 2025

Udienza Generale del 17 dicembre 2025 - Ciclo di Catechesi – Giubileo 2025. Gesù Cristo nostra speranza. IV. La Risurrezione di Cristo e le sfide del mondo attuale. 8. La Pasqua come approdo del cuore inquieto

Saluto del Santo Padre ai malati in Aula Paolo VI prima dell’Udienza Generale

Buongiorno a tutti! Good morning! Welcome!

Faccio un breve saluto, una benedizione per ognuno di voi.

In questa giornata volevamo difendervi un po’ dagli elementi, dal freddo soprattutto... Non sta piovendo, però così forse state un po’ più comodi. Dopo potrete seguire l’Udienza sullo schermo, o se volete potete anche uscire, però approfittiamo di questo piccolo incontro un po’ più personale, così, per salutarvi, per offrirvi la benedizione del Signore, e anche un augurio. Siamo già vicino alla festa di Natale e vogliamo chiedere al Signore che la gioia di questo tempo di Natale vi accompagni tutti: le vostre famiglie, i vostri cari, e che siate sempre nelle mani del Signore con la fiducia, con l’amore che solo Dio ci può dare.

Do la benedizione a tutti adesso, poi passo a salutarvi.

Benedizione

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Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!

La vita umana è caratterizzata da un movimento costante che ci spinge a fare, ad agire. Oggi si richiede ovunque rapidità nel conseguire risultati ottimali negli ambiti più svariati. In che modo la risurrezione di Gesù illumina questo tratto della nostra esperienza? Quando parteciperemo alla sua vittoria sulla morte, ci riposeremo? La fede ci dice: sì, riposeremo. Non saremo inattivi, ma entreremo nel riposo di Dio, che è pace e gioia. Ebbene, dobbiamo solo aspettare, o questo ci può cambiare fin da ora?

Siamo assorbiti da tante attività che non sempre ci rendono soddisfatti. Molte delle nostre azioni hanno a che fare con cose pratiche, concrete. Dobbiamo assumerci la responsabilità di tanti impegni, risolvere problemi, affrontare fatiche. Anche Gesù si è coinvolto con le persone e con la vita, non risparmiandosi, anzi donandosi fino alla fine. Eppure, percepiamo spesso quanto il troppo fare, invece di darci pienezza, diventi un vortice che ci stordisce, ci toglie serenità, ci impedisce di vivere al meglio ciò che è davvero importante per la nostra vita. Ci sentiamo allora stanchi, insoddisfatti: il tempo pare disperdersi in mille cose pratiche che però non risolvono il significato ultimo della nostra esistenza. A volte, alla fine di giornate piene di attività, ci sentiamo vuoti. Perché? Perché noi non siamo macchine, abbiamo un “cuore”, anzi, possiamo dire, siamo un cuore.

Il cuore è il simbolo di tutta la nostra umanità, sintesi di pensieri, sentimenti e desideri, il centro invisibile delle nostre persone. L’evangelista Matteo ci invita a riflettere sull’importanza del cuore, nel riportare questa bellissima frase di Gesù: «Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,21).

È dunque nel cuore che si conserva il vero tesoro, non nelle casseforti della terra, non nei grandi investimenti finanziari, mai come oggi impazziti e ingiustamente concentrati, idolatrati al sanguinoso prezzo di milioni di vite umane e della devastazione della creazione di Dio.

È importante riflettere su questi aspetti, perché nei numerosi impegni che di continuo affrontiamo, sempre più affiora il rischio della dispersione, talvolta della disperazione, della mancanza di significato, persino in persone apparentemente di successo. Invece, leggere la vita nel segno della Pasqua, guardarla con Gesù Risorto, significa trovare l’accesso all’essenza della persona umana, al nostro cuore: cor inquietum. Con questo aggettivo “inquieto”, Sant’Agostino ci fa comprendere lo slancio dell’essere umano proteso al suo pieno compimento. La frase integrale rimanda all’inizio delle Confessioni, dove Agostino scrive: «Signore, ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto, finché non riposa in te» (I, 1,1).

L’inquietudine è il segno che il nostro cuore non si muove a caso, in modo disordinato, senza un fine o una meta, ma è orientato alla sua destinazione ultima, quella del “ritorno a casa”. E l’approdo autentico del cuore non consiste nel possesso dei beni di questo mondo, ma nel conseguire ciò che può colmarlo pienamente, ovvero l’amore di Dio, o meglio, Dio Amore. Questo tesoro, però, lo si trova solo amando il prossimo che si incontra lungo il cammino: i fratelli e le sorelle in carne e ossa, la cui presenza sollecita e interroga il nostro cuore, chiamandolo ad aprirsi e a donarsi. Il prossimo ti chiede di rallentare, di guardarlo negli occhi, a volte di cambiare programma, forse anche di cambiare direzione.

Carissimi, ecco il segreto del movimento del cuore umano: tornare alla sorgente del suo essere, godere della gioia che non viene meno, che non delude. Nessuno può vivere senza un significato che vada oltre il contingente, oltre ciò che passa. Il cuore umano non può vivere senza sperare, senza sapere di essere fatto per la pienezza, non per la mancanza.

Gesù Cristo, con la sua Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione ha dato fondamento solido a questa speranza. Il cuore inquieto non sarà deluso, se entra nel dinamismo dell’amore per cui è creato. L’approdo è certo, la vita ha vinto e in Cristo continuerà a vincere in ogni morte del quotidiano. Questa è la speranza cristiana: benediciamo e ringraziamo sempre il Signore che ce l’ha donata!

LEONE XIV